Dopo 2.300 chilometri percorsi a piedi, partendo da Forlì per raggiungere l’Andalusia passando per le catene montuose, si è tuffato nell’oceano Atlantico come fosse il traguardo del grande viaggio prima sognato e poi trasformato in realtà. È tornato a casa Mattia Molinari, 34enne forlivese partito a fine febbraio con lo zaino in spalla per raggiungere Tarifa, Comune più meridionale dell’intera Europa continentale.
«Il viaggio è andato meglio di come me lo immaginavo – racconta –. La parte più impegnativa è stata quella del primo mese: lungo il mio cammino ho incontrato la neve, dormito notti in tenda sotto zero e il corpo si doveva abituare anche ai ritmi del cammino». Difficoltà che sono state alleviate almeno in parte da incontri che hanno lasciato il segno. «Ho incontrato persone speciali. Quando ho attraversato le Alpi liguri, ho avuto un principio di periostite (infiammazione a carico del periostio che è la membrana connettivale che avvolge la parte più esterna dell’osso, ndr) alla gamba destra. Sono stato ospitato da una famiglia che mi ha trattato come un figlio e mi ha dato possibilità di recuperare e riposare: ho incontrato tanta umanità».
Una volta attraversato il confine con la Francia, le temperature si sono alzate rendendo il viaggio meno duro almeno dal punto di vista meteorologico. «Sono riuscito a rispettare la traccia che mi ero prefissato – continua – e ho attraversato tutti quegli ambienti che ho sempre sognato. Alta via dei monti liguri, le gole del Verdon, Camargue, le valli più selvagge dei Pirenei dove c’è anche l’orso. Credo che un cammino così non sia mai stato fatto». Il 34enne forlivese ha infatti scelto di camminare sempre in quota piuttosto che prediligere i più comodi tragitti che seguono la costa. Tra i momenti più emozionanti, l’attraversamento del massiccio della Sierra Nevada: «Lì non c’è nessun tipo di appoggio né per comprare cibo né per dormire ma tanta ricchezza di acqua da bere». Dopo aver superato il picco del Mulhacén, cima più alta della Spagna, Mattia ha imboccato la strada per Tarifa attraversando le catene montuose minori. Una volta raggiunta la costa, ha festeggiato il traguardo con un tuffo nel blu dell’oceano. «La prima cosa che ho fatto non appena sono arrivato a Tarifa è fare un bagno nel mare – racconta –. Lì c’è una passerella che divide il Mediterraneo dall’Oceano Atlantico. Sono andato a vedere dove si incontrano le acque e poi ho fatto un bagno sulla spiaggia lato oceano. Poi, per due giorni, sono stato in ostello a dormire e mangiare», aggiunge sorridendo. Mentre prepara alcune mostre fotografiche che, nei prossimi mesi, dovrebbero tenersi anche nel nostro territorio, Mattia ha cominciato a pensare alla prossima meta. «In testa ho un sogno da tanti anni: fare la stessa attraversata in Nuova Zelanda. C’è un sentiero che in lingua maori si chiama “grande viaggio” come il mio progetto. Vedrò di capire se nel 2024 sarà possibile andare a fare questa traversata di circa 3mila chilometri».