Matteo Plazzi: "Luna Rossa, adesso si prosegua su questa strada"

Brava Luna Rossa. Bene i nuovi scafi AC75. E adesso sotto a lavorare per rilanciare l’America’s Cup e in particolare la sfida italiana. Matteo Plazzi, velista ravennate, 60 anni, impegnato a Auckland nell’organizzazione del campo di regata, è un’autorità del settore. É dal 1987 che quasi ininterrottamente partecipa all’America’s Cup (l’ha anche vinta nel 2010 con Oracle) e ha ottenuto tantissimi successi in campo mondiale.
Matteo, che giudizio diamo di questa America’s Cup?
«Un giudizio sinceramente positivo. Le barche si sono dimostrate spettacolari e in sintonia con la modalità del match race. Penso siano quelle del futuro, una scelta più azzeccata di quella dei catamarani. Io stesso pensavo ci sarebbero state maggiori differenze ma a ogni regata nessuno era tagliato fuori. Una sorpresa molto positiva. Bene anche la partenza di bolina».Qualcosa da cambiare?
«Si potrebbe allungare il tempo della prepartenza magari per vedere qualche schema diverso».Ti aspettavi che Luna Rossa arrivasse così in alto?
«Luna Rossa è partita forte col progetto, sviluppando una barca competitiva e innovativa nella prima generazione di barche (per regolamento se ne potevano realizzare due, ndr). Nella seconda barca ha rifinito quel progetto mentre New Zealand ha avuto forza, intuizione e coraggio per sviluppare un altro progetto più estremo e quindi sono usciti fuori con uno scafo superiore agli altri. Nella finale il vantaggio di Luna Rossa era di aver fatto tante regate e quindi di essere riuscita a sfruttare meglio il proprio mezzo. New Zealand è cresciuta negli ultimi 15 giorni mano a mano che regatava».
Potrà mai capitare all’Italia un’altra occasione come questa?
