Martina Galletta è il volto di Giulietta Masina al cinema e alla televisione

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RIMINI. Al cinema, per la prima volta, è apparsa nel 1946: un piccolo ruolo in "Paisà", il film di Roberto Rossellini realizzato girando nell’Italia dell’immediato dopoguerra da nord a sud (tra gli sceneggiatori anche Federico Fellini, con qualche incursione anche alla macchina da presa).
Giulietta Masina attrice. "Gelsomina", Cabiria, "Giulietta degli Spiriti", "Ginger", i grandi personaggi cui ha dato corpo e voce nei film di Federico Fellini. Creati per lei, dal marito regista: e lei, perspicace, vi coglieva spesso, invece, tratti della personalità, dell’anima, del compagno di una vita. «Gelsomina è Federico. È lui che si è lasciato alle spalle la casa vicino al mare ed è salito sulla roulotte, ha imparato l’arte del clown e si è proposto come tramite di una realtà dell’anima» dirà a Tullio Kezich.
Oggi compirebbe 99 anni. Era nata il 22 febbraio del 1921. Morì pochi mesi dopo la scomparsa del marito Federico Fellini, il 23 marzo 1994. Si sposarono che c’era la guerra: il 30 ottobre del 1943, a Roma. Nonostante le crisi, i tradimenti, un legame che non si spezzerà mai.
Adesso Giulietta arriva per la prima volta in tv e al cinema. A interpretare il personaggio di Giulietta Masina una giovane attrice: Martina Galletta. Sarà uno dei protagonisti del film Permette? Alberto Sordi di Luca Manfredi, film che esce in occasione del centenario della nascita dell’Albertone nazionale (15 giugno 1920). Una coproduzione Rai Fiction – Ocean Productions con Edoardo Pesce (Dogman) nel ruolo di Sordi, prossimamente su Rai 1 e al cinema il 24, 25 e 26 febbraio.
Alberto Sordi venne scelto da Fellini (interpretato nel film da Alberto Paradossi) per essere il protagonista del suo primo film da regista, Lo sceicco bianco (1952): era un attore tutt’altro che di successo all’epoca. La parte che ebbe nel successivo I vitelloni – con il celebre sbeffeggio sui lavoratori – gli aprì la strada della notorietà.
Era talmente solida l’amicizia tra Sordi e la coppia Fellini-Masina all’epoca, che dopo il loro matrimonio celebrato in casa, con pochi intimi perché si era in tempo di guerra, si recarono nel teatro dove l’amico attore era impegnato in uno spettacolo di varietà. E Sordi li fece applaudire dal pubblico.
«Ho fatto di tutto per avere la parte di Giulietta Masina» racconta ancora elettrizzata Martina Galletta. «La conoscevo e la ammiravo immensamente e quando è arrivata la chiamata per il provino ho deciso che avrei vinto il ruolo a tutti i costi».
Diplomata alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, Galletta al cinema è già stata Ersilia, una ragazza cieca nel film I baci mai dati di Roberta Torre. Tanti i ruoli a teatro, ha recitato anche in serie tv. Non si definisce solo attrice, ma anche musicista, cantante e compositrice.
Come è riuscita a ottenere la parte?
«Ho rivisto più e più volte tutti i suoi film, letto la biografia, le curiosità, studiato le interviste; sono andata in un famoso studio di parrucche e me ne sono fatta acconciare una esattamente come l’attrice portava i capelli nel film La strada, ho indossato abiti anni 50, ho persino fumato due sigarette al casting per dare verosimiglianza al ruolo (e da ex fumatrice è stata una tortura!)».
Che Giulietta vediamo nel film?
«È il racconto dei primi anni della carriera di Alberto Sordi, inizia quindi negli anni 30 e 40. C’è tutta la panoramica di quel periodo. Quindi la realizzazione de Lo sceicco bianco, I vitelloni. Per quel che riguarda la mia parte, inizio mora, com’era Giulietta all’epoca del matrimonio, per poi diventare bionda, come divenne nel corso della sua carriera di attrice».
L’attrice Giulietta Masina: se ne parla forse troppo poco al di fuori dei film fatti con il marito. Per lei, giovane attrice, cosa rappresenta?
«È un’attrice che sento molto vicina. Anche io mi sento un piccolo clown e poi lavoro molto a teatro, canto, ballo, tante cose che sento di avere in comune».
A quali ruoli di Masina è più legata?
«Da attrice una immagine che non posso dimenticare è quella lacrima che le scende mentre sorride nel finale de "Le notti di Cabiria". Una sintesi umana e artistica incredibile. Poi l’ho ammirata immensamente ne La strada. Mentre tra i film che ha fatto con altri registi da riscoprire, assolutamente, è Nella città l’inferno di Renato Castellani, con Anna Magnani».
E del sodalizio con Fellini che cosa pensa?
«Che si siano creati a vicenda. Fellini non sarebbe mai diventato quello che è diventato senza Giulietta Masina e viceversa. Più che un matrimonio è stato un sodalizio artistico unico».
Che cosa rappresenta per la sua carriera questo ruolo?
«La cosa che mi onora è il fatto che sia la prima volta che Giulietta Masina viene rappresentata al cinema. È un grande onore avere fatto un piccolo tuffo nella vita di questo grande piccolo genio».

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