Marradi, il cardinale Bassetti in difesa della "Fabbrica dei marroni"

Faenza

Un accorato appello a difesa dell’Ortofutticola del Mugello, che la proprietà vuole delocalizzare, è stato rivolto alle parti in causa dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia Città della Pieve, originario proprio di Sant’Adriano, dove sorge la “Fabbrica dei marroni”. Lo stesso appello è stato ripreso con l’auspicio di essere accolto anche dal vescovo di Faenza e Modigliana Mario Toso nella cui diocesi sorge l’industria.

«Sapere che nel mio paese natale chiude la fabbrica delle castagne mi fa piangere il cuore – afferma il porporato –. Nel dopoguerra, dopo essere scampati alla terribile strage di Crespino e Fantino, con 44 uomini fucilati dai nazifascisti, se siamo sopravvissuti per anni alla fame lo dobbiamo anche ai castagni di Marradi. Ricordo bene quando da bambino, come tanti miei concittadini, andavo a cercare le castagne nelle marronete, insieme a mamma e papà, portando a casa quei saporiti e preziosi marroni, che poi per mesi le nostri madri cuocevano in tanti modi per metterli in tavola a colazione, pranzo e cena per sbarcare il lunario».
«Ora faccio appello affinché la fabbrica resti a Marradi e continui a dare lavoro agli 80 dipendenti, il 90% donne, che sostengono le loro famiglie, in un territorio già fragile dal punto di vista socio-economico e con poche possibilità di occupazione».
E ancora: «Rivolgo un accorato appello ai responsabili del Fondo Investindustria che controlla Italcanditi, titolare di Ortofrutticola del Mugello, al Governo, alle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna e dei comuni interessati, e alle forze sindacali, perché sia trovata al più presto una soluzione onorevole e basata sui valori costituzionali del lavoro, della solidarietà e della giustizia sociale, per far proseguire a Marradi l’attività della fabbrica delle castagne».
Non mancano apprezzamenti alla qualità dei frutti marradesi : «di sicuro fra i migliori in Italia».

Ad avviso del vescovo Toso «il lavoro è unzione di dignità e dev’essere un bene disponibile per tutti. Come affermato da papa Francesco, è antidoto alla povertà e titolo di partecipazione, trasforma il mondo e lo umanizza: è importante per la persona, per le famiglie, per il territorio e per la stessa democrazia». F.D.

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