Maribel ora insegna ai Caraibi l'arte della pasta fresca imparata a Imola

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La passione per la cucina romagnola e l’amore per la pasta fresca imparata a Imola sbarcano nella Repubblica Dominicana. «Fare la pasta fresca è un’arte» che Maribel Feliz Saldaña, dopo 32 anni in Italia e una vita di studi e lavoro nel settore gastronomico, ha fatto propria e ha voluto portare con sé nel suo «bagaglio insieme al matterello, il tagliere non ci entrava!». Nei mesi scorsi nella località di Bayahibe, vicino a Santo Domingo, è nato «un corso di cucina per insegnare a fare la pasta fresca, prima a qualche giovane, poi a un gruppo di donne e presto anche ai ragazzi». Feliz Saldaña che oggi fa avati e indietro fra Imola e i Caraibi non intende fermarsi: «Ho insegnato a francesi, venezuelani, dominicani, tedeschi, moldavi. Per ogni Paese vorrei che si aggiungesse una riga al detto bolognese che la sfoglia è buona se attraverso ci vedi San Luca. A Imola sarebbe l’autodromo, a Santo Domingo il mare, a Parigi la tour Eiffel e così via».


Passione cucina

La passione per l’arte dei sapori Feliz Saldaña l’ha scoperta un po’ per caso perché quando partì giovanissima per l’Italia «era per studiare psicologia». Poi, per via di una zia che «faceva da mangiare per gli operai ho cominciato a lavorare in cucina, ho studiato all’alberghiero e ho fatto un master. Ho anche vinto un bando finanziato dalla Regione Emila-Romagna e dall’Unione Europea grazie al quale ho potuto cucinare con grandi chef emiliani, come Massimo Bottura, Valentino e Mascia del San Domenico, con l’osteria Mirasole, con Spigaroli, conoscendo tutti i 44 prodotti tipici regionali» racconta.


La Romagna a Bayahibe

Feliz Saldaña torna ogni anno nella Repubblica Dominicana dove spesso ospita persone a mangiare piatti tipici. «Ci sono molti stranieri a cui ho fatto sentire l’autentica cucina italiana. O meglio, romagnola, dato che mi sento romagnola-dominicana. La reazione è sempre di stupore e curiosità per i sapori “semplici”, non storpiati per il gusto dei palati americani che spesso annegano la cucina italiana nella panna. Vogliono cibi corposi, che fanno scena – racconta –. Ogni palato ha una sua educazione a cui è abituato, però bisogna assaggiare i sapori nuovi senza storpiarli. Allora mi sono detta: perché non insegno io a fare la pasta fresca? Il primo è stato un ragazzo americano, a cui ho insegnato a fare le tagliatelle e il ragù: ora le fa a New York. Un francese voleva fare una sorpresa alla compagna e ha imparato a tirare la sfoglia. Vedendo il loro entusiasmo ho insegnato a un gruppo di donne e poi la cosa si è diffusa».
Sapori fusion
«Credo che queste cucine, romagnola e dominicana, si sposino molto bene, sono entrambe forti – racconta Feliz Saldaña –. Ad esempio gli gnocchi li faccio di platano e li condisco al ragù. Un altro studente ha abbinato il cacao di Santo Domingo al formaggio di fossa, un altro il Parmigiano Reggiano a un piatto peruviano». Questo approccio sarà quello dei futuri corsi: «Con una ragazza dominicana che sta a Milano stiamo fondando un’associazione a Bayahibe che tra le tante attività proporrà anche imparare l’arte della sfoglia».

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