Sarà dedicato a Marina Cvetaeva, una delle voci più alte della poesia russa del XX secolo, e al suo ritratto riverberato nella performance di Paola Turroni, il secondo appuntamento di “Voci allo specchio”, rassegna di poesia promossa dalla Biblioteca Civica Gambalunga a partire da un’idea di Sabrina Foschini.
Cvetaeva rappresenta uno dei vertici della poesia amorosa del Novecento. La sua è una poesia impegnativa, la sua lettura è un atto di con-creazione, un’esperienza conoscitiva. Nei suoi versi, ciò che emerge con più forza è il sentimento di incommensurabilità tra il suo sentire di poeta e il mondo di cui voleva raccontare. Questo spazio, anche minimo ma incolmabile, fu la sua passione più grande e, al contempo, la sua ossessione più rovinosa. Cvetaeva era pura passione, una passione che traduceva nella sua poesia. Ha sperimentato la poesia mettendosi in gioco fino in fondo. Ne ha sfruttato tutta la ricchezza fonetica mai sperimentata prima dai suoi predecessori. Si è affermata per l’audacia formale, per il disprezzo delle convenzioni, ma soprattutto per aver dato nuovi accenti all’espressione del dolore, dell’amore, dell’amicizia, della morte.
Scrive di lei Serena Vitale, la sua principale traduttrice italiana, nella prefazione a Il poeta e il tempo (Adelphi, 1984): «Cvetaeva ascolta le voci, come Giovanna d’Arco, perché opera in lei l’eredità sciamanica della poesia. Ma al tempo stesso acuisce il fanatismo della forma, che è la nostra eredità moderna. In lei, un cuore profondamente arcaico ci trasmette “battiti che danno l’esatta pulsazione del secolo”. Le sue parole ci giungono da quella Russia che “non è mai stata sulle carte geografiche della terra”, il paese dell’Estremo, quello che incontriamo “all’estremo confine del visibile”».
Ingresso gratuito. Info: 0541 704486
Corte della Gambalunga ore 21