Margherita Vicario in concerto a Bagnacavallo

BAGNACAVALLO. Astro nascente del nuovo movimento cantautoriale italiano, Margherita Vicario porta la seconda tappa del suo tour a Bagnacavallo, stasera alle 21 all’Antico Convento di San Francesco di piazza Carducci, per il festival “Mutazioni”. Prima di una seconda data romagnola il prossimo 3 settembre, a Rimini.
Nota al grande pubblico anche come attrice, per aver respirato cinema da appena nata e aver recitato ne “I Cesaroni” o per Woody Allen in “To Rome with love”, porta sul palco un singolo uscito da poco. Un contro-tormentone, nato da un featuring con Izi, dal titolo Piña colada, corredato anche da un video catchy e raffinato diretto da Francesco Coppola.
Con il suo background da attrice ci ha abituato a formule diverse e registri interpretativi differenti nei suoi live. Margherita, che tipo di concerto ci dobbiamo aspettare?
«Sarò finalmente con la band al completo, al massimo del suo splendore. Certo il contesto è un po’ differente, ma questa estate “regalata” mette un’emozione in più che penso che dalla platea si senta. E che spero di sentire forte anche io, di ritorno, da dietro la loro mascherina».
Che effetto fa tornare a esibirsi dal vivo?
«Stupendo: mi sono resa conto ancora di più di quanto concerti, mostre, teatro non possano essere considerate “attività collaterali”, svago o evasione. Fanno parte di noi , compongono noi stessi».
Qualche scorcio della sua quarantena lo abbiamo percepito nella sua partecipazione all’edizione speciale del Primo Maggio e nel video di Pincio, penultimo suo singolo, una ninna-nanna che è una dedica a sua cugina, ostetrica. La persona che l’ha riallacciata con Roma…
«Effettivamente la mia infanzia l’ho vissuta nella vostra regione, nel Piacentino. E sì, oltre a una maniera per parlare con lei è in effetti anche un modo per dialogare con la mia città e per riconnetterci col noi adolescente, assieme al Pincio. A me e a lei commuove molto».
Roma torna anche in “Piña colada ”, nell’idroscalo di Ostia. Il suo sound cambia in maniera rilevante: continua a esplorare?
«Sicuramente c’è un’evoluzione. Nel mio continuo dialogo con Davide, della etichetta Inri, ci troviamo in grande accordo su un concetto: ogni canzone ha bisogno del suo vestito. Non mi pongo barriere a livello musicale, metto al centro ciò che voglio comunicare e le note arrivano di conseguenza».
In effetti il messaggio dei testi ha un suo registro distintivo. Sembra parlare molto alle donne.
«Non ho la presunzione di parlare alle donne. In realtà spesso parlo a una donna: me stessa. Le canzoni non mandano per forza un messaggio, ma sono un’espressione di qualcosa che ho analizzato su di me. E così vengono a galla le cose a cui tengo di più».
Cosa vuole che venga a galla, adesso, di lei?
«Vorrei concludere un disco perfetto, finito, all’altezza. E godermi questi live. Quello è l’ambito dove mi sento me stessa, dove amo di più esprimermi».

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