Marco Termenana presenta a San Clemente il libro sul figlio suicida

Secondo l’Istat, nel 2014 sono stati 228 in totale i suicidi in territorio italiano tra gli under 24, e Giuseppe, un ragazzo di 21 anni, è purtroppo parte di questo numero. In suo onore il padre Marco Termenana (nome fittizio) scrive Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli, libro in cui cerca di ripercorrere le vicende della vita del ragazzo insieme alle sue difficoltà, tra la sua estrema riservatezza sfociata in hikikomori e la questione dell’identità di genere. Un’opera che pagina dopo pagina affianca alle cronache di vita di Giuseppe il dolore lancinante che ha provocato la sua dipartita, nel 2014, e con cui l’autore si impegna a rendere nota l’esperienza del figlio a tutti coloro che ne potrebbero avere bisogno, passando per numerosissime scuole e consigliandolo a genitori e nonni, figure fondamentali nella vita di un giovane, soprattutto nei momenti più difficili.

Dopo questo tragico evento cosa l’ha spinta a scrivere il libro? La scrittura è stata l’unico mezzo che ha considerato?

«A me è sempre piaciuto scrivere, sin da bambino mi esprimo molto scrivendo; mi sono trovato a fare un altro mestiere per le vicissitudini della vita; scrivere il libro per me ha avuto lo stesso effetto della morfina: non è curativa, ma aiuta a tollerare il dolore, e scrivere mi aiutava a sopportare il dolore, perché seppur Giuseppe non poteva resuscitare, lo ritrovavo nella scrittura».

Ha avuto sin da subito intenzione di pubblicarlo?

«All’inizio come ho detto ho scritto semplicemente per ritrovare Giuseppe – afferma l’autore –. Quando però ho cominciato a vedere che stava prendendo forma ho subito avuto intenzione di cercare un editore, nonostante mia moglie e i miei figli inizialmente fossero molto contrari al fatto che io raccontassi la storia di Giuseppe».

Quali consigli si sente di dare ai genitori che hanno a che fare con ragazzi con un simile problema?

«Quello che vorrei dire a riguardo è che quando i figli sono piccoli, è bene cercare di stare il più possibile con loro, poiché sono giorni che non torneranno più; invece quando cominciano a essere adolescenti il consiglio è di parlare sempre, anche quando si ha l’impressione che vi prendano in giro o che non vi ascoltino, parlate sempre. Le cose che i genitori dicono sono semini che col tempo si svilupperanno in loro e che possono addirittura salvare la loro vita».

Dopo aver scritto questo libro come si è sentito? È soddisfatto dell’impatto che ha avuto?

«Sicuramente girare per l’Italia e vincere i premi letterari è una cosa che fa piacere, ma quello che mi fa ancora più piacere è che quando parlo del mio libro, quando racconto di Giuseppe continuo a vivere quella fortissima emozione che provavo scrivendo, sento che Giuseppe è con me e sto bene».

Avendo visto ciò che è successo con la pubblicazione del libro e con le conseguenze che ha avuto, Giuseppe sarebbe contento di vedere come le cose si sono evolute?

«Sì, Giuseppe secondo me è contento, mi lasci usare il presente, anche di sapere che io sono contento; secondo me gli avrebbe dato fastidio se l’avessi dipinto per quello che non era, ma raccontare quanto l’ho amato, quanto lo amo, le sue difficoltà a comunicare, la sua confusione per l’identità di genere, secondo me non gli darebbe fastidio, nonostante fosse molto riservato; il fatto che io abbia ripercorso la sua esperienza di vita secondo me gli farebbe piacere, altrimenti non l’avrei fatto».

Come descriverebbe in poche parole il contenuto del suo libro?

«Un misto di cronaca degli episodi più importanti della sua vita e del dolore, del grande dolore del primo anno della sua scomparsa».

Se potesse tornare indietro nel tempo cosa rifarebbe e non rifarebbe con e per suo figlio?

«Io stavo tanto con Giuseppe, però cercherei di stargli ancora più vicino; per quello che non rifarei invece, stavo molto attento che non sperperasse i soldi, e quindi cercherei di essere più tollerante per quanto riguarda l’aspetto economico».

Stasera la presentazione

Il libro è edito da Csa ed è disponibile online e in libreria. Annunciata per giugno la seconda edizione. Questa sera alle 20.45 al teatro Villa di San Clemente l’amministrazione comunale ospiterà Marco Termenana per presentare il suo libro, introdotto dal giornalista Marco Valeriani; modera la professoressa Nunzia Pasturi. Oltre che la presentazione di un libro, l’incontro vuole essere un momento di riflessione tra l’autore e tutti quegli adulti che, in vari ruoli (genitori, nonni, dirigenti scolastici, docenti, psicologi, educatori in senso lato e amministratori pubblici) mettono al centro l’educazione delle giovani generazioni.

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