Mano morta su 13enne a Cervia, "nonno" condannato

Cervia

CERVIA. Le aveva chiesto di mostrargli il seno e il sedere. Non aveva usato mezzi termini per farlo, per poi passare direttamente ai fatti e allungare la mano fino ai glutei della ragazzina. L’aveva palpeggiata senza fare caso al fatto che in quel momento, al bagno “Sorriso” di Cervia, c’erano altri coetanei della giovane, allora 13enne: un’amica e alcuni ragazzi, che dopo le prime insistenze dell’uomo avevano filmato la scena con i telefonini, immortalando una violenza sessuale in piena regola. Per quell’episodio, seguito da un altro caso di molestie nei confronti di ragazze minorenni, ieri un cervese di 79 anni, muratore in pensione, è stato condannato a un anno e tre mesi.

I fatti sono avvenuti tra luglio e dicembre del 2017 e ieri hanno portato alla sentenza pronunciata dal presidente del collegio penale Cecilia Calandra (a latere i giudici Federica Lipovscek e Beatrice Marini). L’anziano, difeso dall’avvocato Andrea Valentinotti, era capace di intendere e volere. Così ha valutato il perito del tribunale, portando il sostituto procuratore Stefano Stargiotti a chiedere la condanna a tre anni e sei mesi, considerando l’aggravante dettata non solo dalla minore età, ma anche dal fatto che la ragazzina non avesse ancora compiuto i 14 anni.

Per il difensore, tuttavia, nel documento redatto dallo psichiatra veniva evidenziata anche una depressione cronica acuta sofferta dall’anziano, dovuta alla perdita della moglie e causa anche di una totale assenza di emozioni e di una tendenza a isolarsi. Questo, unito a uno scarso livello di istruzione, lo aveva fatto cadere in quei fastidiosi atteggiamenti molesti nei confronti delle giovani viste al mare, fino a pedinamenti nei parchi di Cervia. Anche una seconda ragazza infatti aveva sporto denuncia lamentando che l’anziano aveva provato ad avvicinarla chiedendole insistentemente il nome. In un’occasione era stata costretta a rifugiarsi all’interno di un bar assieme a un’amica. I giudici hanno anche disposto la sospensione della pena, subordinata al risarcimento di 500 euro per ciascuna delle due ragazze molestate.

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