Manlio Masini racconta la storia del campione riminese Romeo Neri

Cultura

RIMINI. Su Romeo Neri (1903-1961), il grande campione della ginnastica artistica riminese insignito di allori nazionali, europei e olimpici, si sono versati fiumi di inchiostro. Di lui, del suo talento di atleta e di istruttore, hanno scritto vari autori e tra questi ricordo particolarmente il mio professore di liceo Nevio Matteini (Rimini negli ultimi due secoli, Maggioli, 1977) e Alberto Crescentini e Carlo Ravegnani (Quelli che… lo sport che passione: dizionario degli atleti riminesi, Il Ponte, 2002). Poco si sa, invece, degli esordi nel mondo dello sport di questa gloria riminese. Le note che seguono e che riguardano gli anni giovanili di Romeo Neri, non solo raccontano il suo approccio con l’attività fisica – un avvincente debutto che avvalora la tesi di coloro che sostengono che “campioni si nasce” –, ma aprono anche un varco nella storia del nuoto riminese. Una disciplina, questa, che fa capolino nella cronaca sportiva cittadina proprio grazie alle imprese del nostro fuoriclasse. Ma procediamo con ordine.
Quando il nuoto era snobbato
All’inizio del Novecento il nuoto a Rimini, nonostante il mare a portata di mano, è ancora poco praticato: la piccola schiera di appassionati cultori delle discipline sportive lo snobba preferendogli la scherma, il ciclismo e soprattutto la ginnastica. In quel periodo, del resto, tutto l’atletismo è guardato con sospetto; anzi, nei confronti di questa bizzarria del Ventesimo secolo non pochi ostentano una vera e propria diffidenza. I socialisti, per esempio, considerano lo sport una dabbenaggine borghese o, peggio ancora, uno strumento della società capitalistica che sottrae energie giovanili «ai ben più nobili ideali della politica».
La prima competizione natatoria che riceve gli onori della citazione giornalistica risale al settembre del 1906. In quella occasione alcuni “tritoni” locali si esibiscono nelle acque del porto canale sulle lunghezze dei 150 e 1.000 metri. Ai blocchi di partenza per quest’ultima gara accorrono soprattutto marinai e “battellieri” e la stampa riferisce che sulla banchina del molo, a spronare i propri beniamini con affettuose grida di incitamento, c’è una rumorosa folla di curiosi. Un tifo, a dire il vero, necessario in queste dispute, dato che per molti raggiungere il traguardo della lunga distanza è una vera e propria impresa.
Per assistere a una manifestazione agonistica di alto livello bisognerà aspettare otto anni. Nel luglio del 1914 Rimini si fa promotrice di una riuscitissima «popolare di nuoto» con la partecipazione di ben 44 atleti provenienti da varie città adriatiche. Dell’importanza di questa competizione, che si effettua sul porto canale con partenza dal ponte di Tiberio e arrivo al faro per un percorso di circa 700 metri, fanno testo gli articoli dello Sport illustrato e della Gazzetta dello sport. Naturalmente, anche il nostro Corriere di Rimini ci mette del suo, ma con rammarico, giacché lo strapotere degli ospiti, con le loro «efficaci bracciate alla marinara», non concede ai «Caimani del Marecchia» che alcuni dignitosi piazzamenti: il che vale a dire l’onore delle armi.
Per il 18enne Romeo Neri
duplice vittoria nel 1921

Solo nel 1921 il nuoto riminese potrà vantare il suo primo, autentico asso. Il 4 settembre, ad Ancona, il diciottenne Romeo Neri della locale società sportiva Libertas si aggiudica il Campionato italiano della Federazione di Ginnastica sui 100 metri e il titolo di Campione dell’Adriatico sui 400. La duplice e clamorosa vittoria colloca il giovane ai vertici del nuoto nazionale. Un evento. Tutta la città gongola per questo asso, che appena qualche settimana prima si era aggiudicato il Campionato emiliano nella piscina di Bologna polverizzando il precedente record.
Del «giovane concittadino» il Gazzettino Azzurro evidenzia la «stupenda classe» e La Riscossa del 17 settembre1921, riferendo le dichiarazioni degli esperti, si dilunga sulle sue grandi doti atletiche e di carattere: «Un orgoglioso che in gara non fa calcoli, non segue strategie, ma agisce d’impeto con la spregiudicatezza di chi sa di avere i mezzi per primeggiare». Insomma, un coraggioso che non ha paura di nessuno e che si esalta nella competizione soprattutto quando si misura con i più forti.
Il diciottenne riminese non conosce sconfitte: nove gare, nove vittorie. I primi allori li colleziona nel 1920: il Campionato del Golfo di La Spezia sulla distanza dei 1500 metri e il Campionato spezzino dei 400; a Senigallia, sempre in quello stesso anno, sale sul podio dei 100 e 400 metri lasciando di stucco i più blasonati nuotatori della riviera.
Sulla scia dei successi anconetani il nome di Romeo Neri irrompe sulle cronache di tutte le pagine sportive e di lui, talento naturale, si parla come di un fenomeno. I tecnici sostengono che abbia le carte in regola per diventare un grande atleta: intelligenza, grinta, capacità di resistere, voglia di emergere. E tutti gli ipotizzano una «brillante carriera».
Il riminese campione
con la ginnastica artistica
Il Neri confermerà i pronostici e diventerà un campione, ma non nel nuoto. Il suo sport sarà la ginnastica artistica e in questa disciplina raggiungerà le vette più alte. Dal 1927 e per tanti anni di seguito sarà campione italiano, poi europeo; nel 1932 dominerà le Olimpiadi di Los Angeles e dal 1951 al 1958, in qualità di “istruttore di attrezzistica”, sarà il responsabile della nazionale azzurra. Nevio Matteini lo immortalerà nei suoi scritti come «il più grande ginnasta del mondo, uno dei campioni più completi dello sport di tutti i tempi».

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