Mandrioli: tornati i camion, ma resta il nodo sicurezza stradale

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La strada dei Mandrioli è stata riaperta al transito anche nei giorni feriali, e anche ai mezzi pesanti, ma resta chiuso il transito per le biciclette. Lungo i circa 10 chilometri che portano al passo sono però ancora rimasti tre tratti in cui la percorrenza è possibile a senso unico alternato e regolata da semaforo. E questo, unitamente alla ripresa del transito anche dei mezzi pesanti senza alcuna limitazione, crea disagi e criticità. Già normalmente camion a rimorchio o motrici molto lunghe invadono costantemente l’altra carreggiata, soprattutto in occasione dei tornanti e delle strette curve a gomito. E quando due mezzi pesanti si incrociano in prossimità di una curva devono “coordinare” le rispettive velocità per non urtarsi.

Ma in questi giorni, con la fila di veicoli fermi che si crea ai semafori, il “coordinamento” non sempre è possibile. Anche ieri si è verificato un difficile passaggio con camion a rimorchio in salita dopo un rosso costretto a ripetute e faticose ripartenze fino a procedere con le ruote di destra nella profonda cunetta laterale per non urtare un altrettanto lungo camion fermo dall’altra parte e col lato “appoggiato” sulla blanda lamiera di protezione verso valle.

Dal 23 aprile la Provincia ha comunicato che i lavori sulla provinciale 142 erano completati, salvo alcune operazioni di finitura complementari. E che erano in corso le procedure per la rimozione dei semafori. I lavori sono però solo quelli relativi alla messa in sicurezza con reti e parasassi del versante a monte per evitare che la caduta di massi possa provocare serie conseguenze a chi transita. Le problematiche riguardanti alcuni cedimenti della carreggiata, la segnaletica, adeguate protezioni sul lato della scarpata a valle, segnalati a più riprese da cittadini e comitati, rimangono tali e quali. E non è molto tranquillizzante vedere che in alcuni tratti la protezione verso valle continua a essere costituita da muretti dal pietrame barcollante e da qualche transenna fissata non si sa come a chiudere veri e propri “buchi” nelle protezioni.

Il problema è che la Provincia ha realizzato gli interventi di messa in sicurezza dal rischio caduta sassi dopo che la Procura aveva proceduto col sequestro cautelativo di alcuni tratti di strada a causa di automobilisti danneggiati e feriti per massi che avevano infranto i vetri dell’auto. E per questo intervento la Provincia ha urgentemente ricevuto 500.000 euro da parte della Agenzia di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna. Per tutto il resto mancano ancora le risorse.

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