Maltrattati in casa di riposo: chiesti 5 anni per il violentatore

Cinque anni e 11 mesi di reclusione. È la condanna più pesante chiesta dal pubblico ministero Paola Bonetti nella requisitoria del processo che vede alla sbarra quattro operatori socio sanitari di una casa di riposo di Montescudo, per i presunti maltrattamenti cui avrebbero sottoposto diversi anziani ospiti. Per altri due imputati la pubblica accusa ha chiesto la condanna a 4 anni. I 23 mesi di pena in più per il primo sono da ricercare nella contestazione al 70enne originario della Puglia, residente in Valconca, anche del reato di violenza sessuale che avrebbe commesso ai danni di un’ospite ultranovantenne. Una presunta violenza: nonostante le immagini riprese dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Riccione durante l’indagine e l’interpretazione da parte della pubblica accusa, infatti, il tribunale del Riesame ha ritenuto gesti obbligatori per sostituire un pannolone e non molestie sessuali quelli sull’anziana ospite. L’ultimo imputato ha invece chiesto di poter accedere all’istituto della messa alla prova.

Il dibattimento con rito abbreviato (ovvero che prevede un sconto di pena di un terzo in caso di condanna) si sta celebrando davanti al giudice dell’udienza preliminare Benedetta Vitolo.

La storia

I fatti, piuttosto controversi come detto, risalgono al 2016. Nella lista delle accuse figurano umiliazioni, vessazioni e maltrattamenti inflitti alle persone che erano chiamati ad assistere. Le “botte”, però, sono per lo più riferite da testimoni, mentre le immagini delle telecamere nascoste riportano gesti, espressioni, battute pesanti, volgarità, che i difensori intendono contestualizzare «in un difficile ambiente di lavoro e che in ogni caso non derivano dalla consapevolezza o dalla volontà di infliggere agli ospiti un regime di vita umiliante».

Gli accusati respingono gli addebiti. Il principale imputato, ora in pensione e altri due operatori socio (una collega di 56 anni che abita nel riminese e un collega oggi sessantenne) sono tutti difesi di fiducia dall’avvocato Massimiliano Orrù. Il quarto coinvolto, un campano di 53 anni, è assistito dall’avvocato Massimiliano Picci. La sentenza dovrebbe essere letta dalla giudice Vitolo nell’udienza del prossimo 8 giugno.

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