Malika Ayane oggi al Meeting: l'intervista

RIMINI. Nella seconda giornata del Meeting al Palacongressi si discuterà, a partire dalle 11 anche di: “Un nuovo mondo del lavoro, nuovi mondi di lavorare” (in collaborazione con Randstad, Unioncamere e Nier); “Essere viventi” (in collaborazione con Camplus); “Tempo di ripartire e tornare a curarsi: la salute non può aspettare” “Democrazia e fiducia: un nesso da riscoprire”; “Green economy, green welfare?”; “La vita è un mistero?”. In programma anche una conversazione con lo scrittore José Ángel González Sainz, intervistato da Fernando De Haro.
Domande sulla musica ma non solo al Meeting, nel talk show “Una stagione da ricordare” che vedrà questa sera alle 22 sul palco del Palacongressi (e in streaming sulla piattaforma Meeting), Massimo Bernardini a confronto con Brunori Sas vincitore della Targa Tenco 2020 e Malika Ayane, una delle voci femminili più colte e stimate dell’ultimo decennio. Entrambi hanno fatto parte degli interpreti del disco “Note di viaggio”, omaggio della musica italiana per gli 80 anni di Francesco Guccini. Interverrà in collegamento il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, amico e grande estimatore del cantautore bolognese.
Malika, è stato più emozionante cantare alla Scala sotto la direzione di Riccardo Muti o sul palco del Teatro Ariston… ?
«Ricorderò per sempre il giorno della mia audizione con il maestro Muti. La Scala era vuota, solo lui in platea, solo io sul palco. In buca, il pianista. Pensavo che la gola potesse scoppiarmi da un momento all’altra. All’Ariston quel tipo di emozione non si supera mai. Non importa quanta esperienza si possa aver accumulato, si rimane emergenti per sempre».
Come ricorda la famosa “rivolta degli orchestrali” che si ribellarono alla notizia della sua eliminazione dal Festival 2010?
«Racconto questo aneddoto sempre con particolare gusto. Al momento della “rivolta” ero alla Pignese con la mia squadra di lavoro e gli amici che erano venuti a trovarmi. Ero felicissima di aver preso il premio “Mia Martini’ e non c’era nulla che mi aspettassi di più dalla vita. Quindi la scena l’ho vista anch’io dalla televisione ed è stato incredibile. Un’emozione che non so raccontare. La stima dei musicisti ha un valore particolare ed essere considerata autorevole a ventisei anni è commuovente».
Nel suo eclettico percorso nello spettacolo musicale, ha un ruolo importante anche il teatro, come col musical “Evita”.
«Ho sempre pensato al teatro come una scatola in cui si può mettere qualsiasi luogo oltre che qualsiasi cosa. Essere cresciuta alla Scala ed essere stata educata a frequentare il teatro nel tempo libero, mi ha senz’altro resa più ricettiva alla faccenda e ha alimentato la mia fantasia. Oggi, quando devo pensare al tour per un album nuovo, cerco di realizzare uno spettacolo più che un concerto. Mi piace portare il pubblico con me in un mondo che esiste solo nella mia testa e per fortuna la mia squadra è altrettanto visionaria››.
Lei ha preso parte anche alla costituzione di una rete dei musicisti di colonne sonore e nel 2010 ha consegnato a Ennio Morricone il David di Donatello. Come ricorda il grande maestro?
«Il maestro è l’esempio che vorrei continuare a seguire finché mi sarà possibile: studiare sempre per migliorare la mia competenza ma anche lasciarmi rapire dalle infinite novità e possibilità che ogni giorno ci saltano agli occhi, o per meglio dire come musicisti, all’orecchio. Senza pregiudizi».
Uno dei suoi grandi titoli è stato “Ricomincio da qui”… Come vede la possibilità di una ripresa per la musica italiana e lo spettacolo dopo il lungo stop causato dalla pandemia?
«Al di là delle misure di sicurezza difficilmente applicabili ai concerti nei grandi spazi, il problema principale è che ci aspetta una stagione spaventosa in cui la maggior parte dei cittadini avrà problemi oggettivi nella gestione materiale della crisi. È naturale che la prima cosa a cui si rinuncia abbia a che fare con l’intrattenimento. Però anche il mondo della musica muove tantissimo lavoro in settori invisibili ai più quindi tante delle famiglie in difficoltà si trovano anche lì. Spero che sia un’occasione per riscoprire compattezza tra cittadini e per ricordarci che lavorare insieme porta buone cose per tutti››.

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