Maggie Van Der Toorn e la vita della madre

Novantatrè anni di storia ed emozioni. Sono quelli ripercorsi nel libro Nata nel 1929. Vita di una madre di Maggie Van Der Toorn (Amazon, 2023). Un libro dedicato a una madre, al suo pensiero, alla sua filosofia di vita, raccontato da una figlia, con la speranza che possa essere un messaggio importante per ogni generazione, soprattutto per quella futura, come un ponte che collega eventi e luoghi senza confini, trasformandoli in qualcosa di familiare, dove poter tornare e riprendere forza. L’autrice ha appena ricevuto con questo lavoro il premio internazionale Spoleto art festival letteratura 2023 e la premiazione si terrà il 23 settembre.

Maggie, com’è nata l’idea di questo libro?

«Mia madre è morta da poco all’età di 93 anni ma stava già male da mesi e quindi ho deciso in quel periodo di mettere nero su bianco tutte le storie del passato e del mondo che ci ha sempre raccontato come lei le ha vissute – racconta l’autrice –. È stata una persona molto positiva fino all’ultimo. Abbiamo iniziato questa intervista e sono stata molto contenta di lasciarla andare più serenamente».

In che modo si sviluppa il racconto?

«Tutto procede attraverso tre voci che creano collegamenti: c’è la mia, quella di mia madre e un’altra esterna utile a narrare i fatti storici. In questo modo la nostra storia diventa universale e tutti possono riconoscersi. Con questo racconto ho il desiderio di arrivare a mia figlia e quindi è tutto un cerchio. È un romanzo biografico dedicato a tutta una generazione che ha visto e vissuto il mondo in tutte le sfaccettature di quell’epoca: la crisi economica degli anni Trenta, la Seconda guerra mondiale, la rinascita della società dopo il conflitto, l’emancipazione delle donne, il periodo hippie e la musica. Mia madre è sempre stata una persona molto all’avanguardia, con una visione futuristica delle cose e voleva essere una donna moderna. Una situazione non sempre facile da difendere in un’epoca in cui anche il divorzio era vissuto come un dramma. Attraverso le pagine del libro arriva un messaggio di forte positività: volersi sempre rialzare a tutti i costi».

Lei è olandese ma da anni scrive ormai nella sua lingua d’adozione, l’italiano.

«Sì, l’italiano è perfetto per raccontare le emozioni e per la melodia dei suoni che lo contraddistingue. Il romanzo verrà tradotto anche in olandese e poi vorrei anche in inglese. Ho deciso la strada dell’autopubblicazione tramite Amazon perché essendo una storia molto personale volevo seguire ogni passaggio. Inoltre ho deciso di devolvere i fondi all’Istituto oncologico romagnolo – Ior per dare un contributo alla ricerca».

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