Rimini, madre perseguita la figlia per sottrarle l'eredità del padre

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Appena è diventata maggiorenne è scappata da quella madre padrona il cui unico scopo, stando alla sua denuncia e alle risultanze delle indagini della procura della Repubblica, non sarebbe quello di amarla ma di poter gestire anche la sua fetta di patrimonio lasciatole dal padre che forse aveva capito a cosa la figlia sarebbe potuta andare incontro quando lui non ci sarebbe più stato. L’incubo, però, non è finito anche una volta uscita di casa. Per questo motivo la giovane ha deciso di rivolgersi all’avvocato Enrico Graziosi per raccontare la sua incredibile storia; il legale ha così presentato un dettagliato esposto successivamente integrato alla procura della Repubblica di Rimini. Il nome della donna, originaria di un Paese dell’ex cortina di ferro, è stato così iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia. Nei giorni scorsi, a quasi un anno dall’apertura del fascicolo, gli uffici al terzo piano del palazzo di giustizia hanno comunicato alla signora e al suo legale, l’avvocato Massimo Vico, l’avviso di conclusione delle indagini.

Vessazioni fisiche e psicologiche

È un repertorio completo di soprusi e situazioni insostenibili, quello contestato alla donna, iniziato praticamente subito dopo la scomparsa del marito. Parole minacciose fatte seguire da metodi di rieducazione stile gulag come quando, dopo averla sbattuta a terra trascinandola per i capelli, le ha messo un piede sulla faccia sul pavimento e lasciata senza cibo. La colpa della ragazza? Quella di non volerle dire come stava gestendo il suo tesoretto seppur molto giovane. In altre occasioni, invece, dopo averla seguita fino al bancomat le chiedeva il “pizzo”, piccole somme di denaro per ribadire che era lei l’unica a poter gestire l’eredità. Ma anche la richiesta, condita da minacce, perché le desse 25.000 euro per acquistare un’auto nuova. O l’intestazione della proprietà della casa intestatale dal padre. E non si è arresa neppure quando la figlia se ne è andata da casa. In diverse occasioni si è presentata nei luoghi frequentati dalla ragazza (dalla scuola alla parrocchia) per avere informazioni su di lei e per convincere i presenti che la figlia era plagiata da qualcuno che voleva la sua eredità. Non trovando sponde, dopo aver circuito la buona fede del medico di famiglia, si è fatta prescrivere a nome della figlia due visite psichiatriche. Ricette presentate in sede di contenzioso civile per sostenere la presunta incapacità della figlia di intendere e di volere.

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