Madre denuncia: “Mio figlio lasciato fuori dal locale perché di colore”

Lui che viene “rimbalzato” all’ingresso del Marina Bay e gli amici che invece vengono fatti entrare per il concerto più atteso dell’estate. Inutile ogni protesta e ogni richiesta di chiarimento. Unica risposta un “Tu non puoi entrare” che lo lascia interdetto. Ma poi, quando si gira per tornare a casa, sconsolato nota che ci sono altri ragazzi col biglietto in mano. Tutti hanno solo una cosa in comune: il colore della pelle. Abbastanza per far scattare in B. un dubbio che lo indigna e lo umilia. Razzismo? O un caso di semplice selezione all’ingresso?

Lui 16enne di origini etiopi – da 12 anni adottato da una madre italiana ora in vacanza in un campeggio della costa ravennate – una risposta ce l’ha già.

Ma dalla direzione del Marina bay la replica è altrettanto netta: «Ogni scelta all’ingresso è dettata unicamente da questioni di sicurezza e quereleremo la madre per aver diffuso una notizia che ci offende e ci indigna».

Il concerto e il divieto

I fatti sono avvenuti nella notte tra il 12 e il 13 agosto scorso, poco prima dell’esibizione a Marina di Ravenna di Capo Plaza, trapper piuttosto in voga con un pubblico composto soprattutto da adolescenti.

A sollevare il caso è stata però, poche ore, dopo Gabriella Nobile, fondatrice dell’associazione “Mamme per la pelle” che da anni denuncia situazioni di discriminazione e si batte per la cultra dell’anti razzismo mettendo in rete le esperienze di madri con figli adottati all’estero.

Sulla pagina Facebook dell’associazione un post ricostruisce nel dettaglio la versione del sedicenne che, sentendosi comprensibilmente umiliato all’ingresso del locale aveva subito allertato la madre.

Pochi minuti dopo la donna si era recata dal campeggio al locale, dove aveva notato appunto la presenza di altri ragazzi col biglietto in mano. Poi aveva fermato una pattuglia dei carabinieri che passava in zona per denunciare l’accaduto. I carabinieri, dopo averla ascoltata, erano entrati nel locale per avere anche l’altra versione. «Mi hanno detto che non potevano farci niente che si trattava di un evento privato» spiega la donna.

«Ora – fa sapere all’Ansa Gabriella Nobile – il caso passerà sulla scrivania dell’avvocata Alessandra Ballerini (la legale della famiglia Regeni, specializzata in diritti umani ndr) che sta preparando un esposto in procura a Ravenna».

Indignata, ovviamente, anche la madre di Mario che ai fatti aggiunge un precedente che sarebbe avvenuto lo scorso giugno quando suo figlio non era stato fatto entrare a un altro evento.

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