Lunghe attese per i pazienti, sistema trasporto da rifare all'ospedale di Imola

Imola

IMOLA. Dopo aver esternalizzato nel 2018 il servizio dei trasporti interno all’ospedale di Imola, il sistema sembra non reggere e i sindacati chiedono un incontro urgente con la direzione dell’azienda sanitaria. «La questione trasporti interni all'ospedale di Imola sta prendendo una piega che dal nostro punto di vista non rappresenta un valore per l'organizzazione dei servizi assistenziali – affermano Marco Blanzieri della Fp-Cgil, che insieme a Stefano Franceschelli, Cisl Fp, e Giuseppe Rago, Uil Flp –. Siamo sempre stati contrari all’esternalizzazione di questo servizio perché riteniamo che i collegamenti tra pronto soccorso, diagnostiche e reparti siano una zona strategica per l'erogazione dell'assistenza».

Lunedì 3 febbraio scorso, inoltre, segnalano i sindacati, è stato sospeso il servizio di trasporti, dalle 20 alle 24, dal pronto soccorso verso le diagnostiche e i reparti «nell'ennesimo tentativo di provare a trovare coerenza verso quella qualità che dal punto di vista della direzione doveva essere l'elemento in virtù del quale esternalizzare questo servizio». Sospensione che peraltro sempre secondo i sindacati «è stata formalizzata dopo essere stata messa in atto, creando così una situazione di ambiguità tra le operatrici e gli operatori, che sicuramente non giova al clima interno all'azienda».

In sostanza, chiarisce Blanzieri «all’azienda appaltante era stato preventivato un monte trasporti che è stato superato, a quel punto l’azienda ha messo in carico agli OS interni parte dei trasporti, in particolare quelli serali. Il superamento delle soglie oggetto di contratto prevede infatti un ulteriore esborso di denaro, con il rischio, così, che alla fine il servizio esternalizzato venga a costare di più di quanto sarebbe costato mantenendolo a gestione diretta». In relazione a questa situazione hanno quindi chiesto un incontro urgente per capire come la direzione voglia procedere sul tema trasporti. Gli effetti di queste scelte organizzative, secondo i sindacati, creerebbero problemi agli operatori, ma avrebbero avuto come immediato effetto anche l’allungamento dei tempi di attesa per i pazienti.

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