Luna Rossa, l’ora della verità

Riusciranno i nostri eroi... a conquistare la famosa Coppa America? Con la Prada Cup, in programma da oggi al 22 febbraio, Luna Rossa entra nel vivo della sfida per la conquista del trofeo sportivo più antico. Una storia iniziata nel 1851 e ancora ricca di fascino sulla quale i protagonisti ogni volta investono centinaia di milioni di dollari/euro. L’Italia ha trovato il suo “principe” in Patrizio Bertelli, l’amministratore delegato di Prada (gruppo che viaggia oltre i tre miliardi di fatturato). L’imprenditore della moda di Arezzo ha inventato Luna Rossa. Nel 2000 è arrivato a un passo dal trionfo. Ha vinto la regata degli sfidanti e ha perso la finale contro i detentori neozelandesi. Oggi siamo di nuovo a Auckland e da qualche anno il comandante delle truppe italiane è il riminese Max Sirena, 49 anni. Dall’altra parte del mondo, dove il Covid è a zero contagi, ha portato 120 persone alle quali ha spiegato che si vince solo facendo squadra.

Due timonieri

Nelle barche a vela Max è cresciuto facendo la gavetta. É partito come prodiere, quello che nel 2000 doveva tirare su e giù le vele, quello che un giorno rimediò una brutta ferita alla testa e fu portato via dal gommone in mondovisione. Skipper e team director, ha capito che è meglio lasciare ad altri il compito di stare in barca. Lui comanda da terra. E anche a bordo Luna Rossa segue la filosofia della squadra, del team. La barca volante italiana è l’unica che ha due timonieri (Francesco Bruni e James Spithill), per evitare la corsa da un lato all’altro della barca a ogni virata.

Primo: non sbagliare

Nella lunga storia della Coppa gli Usa hanno vinto 29 volte, la Nuova Zelanda tre, la Svizzera due e l’Australia una. Per l’Italia il successo sarebbe un evento straordinario. Difficile ma possibile. Nelle regate andate in scena prima di Natale Emirates Team New Zealand è apparsa un po’ più veloce. Ma con questi bolidi conta molto anche l’errore e alla fine uno sbaglio in meno può decidere la regata (nei giorni scorsi i kiwi si sono persino ribaltati). Gli uomini di terra continuano ogni ora a migliorare il gioiellino uscito dal cantiere Persico. «Lo abbiamo sempre detto», ricorda Max, «lo sviluppo della barca continuerà anche nei prossimi mesi. Quando vai sui 50 nodi l’aerodinamica è tutto. Ogni cambiamento fatto finora sembra positivo. Siamo soddisfatti».

L’affare volanti

Luna Rossa ha realizzato una carenatura per coprire l’equipaggio e opporre meno resistenza al vento. Voci di banchina parlano anche di altri interventi: dallo skeg alle vele. Non sembra invece possibile, per motivi di regolamento, portare avanti l’idea di regatare senza volanti (appendici che collegano lo scafo all’albero), un’idea sulla quale gli italiani sembra avessero fatto qualche pensierino. Bertelli è molto soddisfatto della scelta dei monoscafi con foil (gli AC75) e in caso di vittoria ha dichiarato di voler portare avanti questo progetto. Una cosa che potrebbe allargare la partecipazione alle prossime edizioni. Gli americani vorrebbero tornare alle barche tradizionali? «Prima devono vincere la Coppa», risponde il patron di Prada. C’è animosità tra Luna Rossa e New Zealand? «Per fortuna! Sono concorrenti e gareggiano l’uno contro l’altro. Perfettamente in linea con la storia della Coppa America!».

Il tifo di Cino Ricci

Per poter sfidare i kiwi, però, Luna Rossa deve battere American Magic e Ineos Team Uk nel lungo cammino della Prada Cup. Adesso è il momento delle regate e di collegarsi con le immagini dagli antipodi. Da queste parti, invece, sulle colline forlivesi, il “pioniere” italiano della Coppa America, Cino Ricci (86 anni), quello del 1983, quello di Azzurra e della prima volta degli italiani, farà il tifo per Luna Rossa. Anche se questi scafi non rispondono alla sua «filosofia di vela». Anche se «sembra quasi di guardare la Formula Uno». «Volano in aria e restano in acqua solo con quella specie di “stampelle”». Tutta un’altra cosa rispetto ai dodici metri tradizionali di Newport 1983. Ma se Luna Rossa ce la farà a vincere l’agognato trofeo, un po’ di merito ce l’avrà anche lui che ha aperto la “strada”.

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