“Mi hanno truffata con l’assicurazione auto on line”: l’inganno in rete con la rata semestrale parte da Lugo

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Cercava una assicurazione economicamente conveniente per la sua automobile e pensava di averla trovata grazie a Google in una società con sede nel centro di Lugo: la vicenda si è però conclusa nella stazione dei carabinieri di Grosseto, dove la donna, una veterinaria 38enne del posto, ha sporto denuncia ritenendo di essere finita vittima di una truffa dell’ex broker lughese Lorenzo Tozzi, già al centro di diversi processi con analoghe accuse formulate dalla Procura di Ravenna.
Secondo quanto riportato nella querela, tutto è iniziato lunedì scorso, quando la professionista ha chiesto via mail un preventivo alla società assicurativa e l’offerta vantaggiosa, «una rata semestrale di 359,48 euro», l’ha convinta ad andare avanti. Sono seguiti altri scambi di mail, nelle quali dall’assicurazione, recita sempre la denuncia, «vantavano di essere seri e associati all’Aiba (Associazione italiana broker di assicurazioni e riassicurazioni) quindi mi rassicuravano che la polizza era veritiera». La richiesta successiva era quella di inviare un bonifico istantaneo di importo pari a quello della rata semestrale, in modo da attivare la polizza. Solo sbrigata la pratica la 38enne si sarebbe accorta della prima stortura, poiché nella polizza Unipolsai inviata dall’assicurazione l’autovettura «era stata inserita come autocarro». Si arriva così al giorno successivo, martedì 5 marzo, con una amara sorpresa: «Controllando sul portale dell’automobilista - dice la donna - ho potuto constatare che la polizza non era stata attivata». Sentendosi raggirata, la donna ha chiesto lumi direttamente all’Unipolsai di Grosseto, che ha dato conferma della mancata attivazione. Chiamando il numero telefonico di riferimento dell’assicurazione lughese, la 38enne ha ricevuto risposta da qualcuno che «riferiva di chiamarsi Giorgio», tuttavia da una successiva ricerca su Google sarebbe emerso che «il numero risulta a tale Tozzi Lorenzo». Da qui la duplice decisione: la donna ha prima segnalato l’accaduto all’Aiba e poi si è recata nella stazione dei carabinieri per sporgere denuncia per truffa.