Massa Lombarda, gli Archivi di Ricerca Mazzini aprono per le giornate del Fai: i gioielli della moda in mostra

Quello che per gli appassionati di moda e costume è sempre stato un sogno, è diventato realtà. Nel weekend delle giornate Fai di primavera, sabato 25 e domenica 26 marzo, gli Archivi di Ricerca Mazzini a Massa Lombarda aprono le loro porte al pubblico. Un piccolo tour tra le centinaia di migliaia di pezzi che, in oltre quarant’anni di meticolosa ricerca, sono stati selezionati e conservati da Attilio Mazzini e dalla cofondatrice Carla Marangoni, oggi curatrice della parte culturale e artistica. Entrambi supporteranno anche le visite guidate a cura degli apprendisti ciceroni dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e di Ravenna. Un evento unico, organizzato dal gruppo Fai di Lugo e patrocinato dal Comune di Massa Lombarda, che permetterà a molti di poter accedere a quel luogo e ammirare quel tesoro, dai primi del Novecento alla contemporaneità. Proprio per tutelare l’unicità dei pezzi presenti e la loro ottimale conservazione, sarà vietato scattare fotografie e toccare ciò che verrà mostrato. D’altronde alcune delle meraviglie presenti in questa “cattedrale del costume” sono vere opere d’arte che si confondono tra le tante presenti. Dalle ceramiche di Bertozzi & Casoni all’impressionante banco di Nicola Samorì in cui materia, colori e passione si rincorrono e si fondono per diventare altro: bellezza, suggestione e desiderio. Esattamente ciò che è la moda, quella per cui gli uffici stile di tutte le più rinomate maison arrivano nella piccola città romagnola. Vengono per cercare e osservare quei capi i cui dettagli formeranno il Dna delle loro prossime collezioni. Negli oltre 6mila mq di esposizione si possono ammirare 500mila pezzi, tra vestiti, borse e scarpe, riviste e dettagli d’autore. Tutto suddiviso tra uomo e donna, in tre settori: design (capi storici e contemporanei dall’alto contenuto stilistico, dal pret-à-porter all’haute couture), vintage tecnico (militare, sportivo, denim e workwear) e accessori. Il più grande archivio d’Europa, al cui interno vengono soddisfatti tutti e cinque i sensi: la vista, ammirando quei modelli, il tatto, toccando i tessuti, l’olfatto, percependo quell’essenza di vissuto, l’udito col rumore delle grucce che scorrono sugli appendiabiti come un archetto su uno Stradivari. Tutti questi infine formano il gusto, il buon gusto. Qualsiasi firma del lusso qui è presente, appesa sapientemente, alla giusta temperatura e al tasso di umidità ideale perché si conservi per sempre; la stessa cautela che ha il Louvre per i suoi quadri. Non è un caso se nella mostra “L’arte della moda” (ai Musei San Domenico di Forlì con inaugurazione domani alle 9.30) dall’Archivio Mazzini è arrivato un raro capo di Yohji Yamamoto, un omaggio alla pittura di Joan Mirò che lo stilista giapponese ha realizzato nei primi anni Novanta. Questo a riprova che Attilio nel suo campo fa scuola. Tante sono infatti le collaborazioni con l’Università di Bologna e di Rimini, così come lo è quella con l’Accademia di Moda di Napoli. Gli Archivi di Ricerca Mazzini si trovano in via Castelletto 112, nella periferia di Massa Lombarda. Le visite, in gruppi da 20 persone e della durata di circa un’ora, saranno effettuate sabato 25 e domenica 26 marzo, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Non essendo al momento prevista la prenotazione, in caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

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