Lugo, Terre Cevico primo esportatore di vino in Giappone

Lugo

Se c’è una cooperativa del vino che rappresenta un case history di crescita internazionale è Terre Cevico. Fino a 15 anni fa la voce export presentava numeri pressoché irrisori nel bilancio del gruppo. Poi la scelta di virare oltreconfine su impulso dell’allora presidente Ruenza Santandrea. Il risultato in tre lustri dice questo: 73 milioni di euro dall’export in un bilancio di cooperativa che ha toccato quota 190 milioni di euro.
A cui si aggiunge il primato di primo esportatore in Giappone e secondo in Cina.
«Non sono risultati anche arrivano a caso – ha spiegato nell’incontro a Roma l’export manager di Terre Cevico, Francesco Paganelli – Siamo partiti tardi ma abbiamo messo in campo un progetto preciso: abbiamo guardato i mercati meno battuti, ad esempio l’Asia, da lì ci siamo approcciati sui canali mass market. Ma attenzione se vai in Cina e Giappone, che sono due mondi diversissimi, devi presentarti con un prodotto che sappia parlare a quei mercati nel packaging, nel racconto, nelle certificazioni. E oltre al prodotto devi offrire un servizio. Un giapponese mi ha detto: noi non abbiamo terreni ma 130 milioni di persone. Ecco tu oltre al vino devi offrire loro anche un servizio». Paganelli evidenzia anche altri due aspetti.
«Prima di tutto le acquisizioni. Noi oltre all’Emilia Romagna proponiamo anche vini di territori come Veneto, Friuli, Puglia per citare tre regioni. Poi le risorse umane. Sui nostri valori formiamo giovani cinesi, giapponesi e indiani, sono i nostri mediatori culturali sul posto. Sono dei traduttori ma non della lingua, bensì di valori, storie e tradizioni».

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