Lugo, “tagliate quella vegetazione negli alvei o si rischia un’altra alluvione”

«Aspetto di poter leggere i verbali della discussione che ha preceduto quella decisione, ma la mia intenzione è quella di procedere con un esposto a tutela di tutti i cittadini che potrebbero essere nuovamente allagati dal fiume Lamone. E da tutti gli altri potenzialmente pericolosi».
Ad annunciarlo è Gianluca Sardelli, attualmente presidente del Comitato Progetto Futuro Sicuro, nato subito dopo l’ultima quanto tragica alluvione che ha sommerso la piccola Traversara, frazione bagnacavallese nella quale abita.
A farlo andare su tutte le furie la recente bocciatura in Regione di un emendamento volto a derogare i rigidissimi vincoli previsti per le “zone di protezione speciale”, le cosiddette Zps, nelle aree a rischio alluvione.

La prima a darne notizia è stata chi lo ha redatto quel documento e che si è vista respingere quella misura tanto invocata da chi abita a ridosso degli argini dei fiumi che più di una volta non hanno retto al passaggio delle piene.
«Durante il dibattito sulla Sessione europea 2025 – ha informato la capogruppo di Rete Civica nel Consiglio della Regione Emilia-Romagna, Elena Ugolini - sono tornata su un tema che mi sta a cuore: il dissesto idrogeologico. Oggi le norme di Rete Natura 2000 permettono di intervenire nelle zone protette solo in caso di emergenza, quindi a disastro ambientale già avvenuto e non in maniera preventiva. Invece è fondamentale che si possa andare in deroga anche per attività di manutenzione e per la realizzazione di opere infrastrutturali necessarie per la messa in sicurezza di territori soggetti a rischio idrogeologico. Questo è ancor più urgente in Emilia-Romagna, dove molte Zps coincidono con zone a rischio esondazione».
«Peccato però che il mio emendamento con il quale invitavo la Giunta a farsi portavoce di una revisione delle regole non sia stato approvato – ha dichiarato -. La maggioranza che governa la nostra Regione su questo tema è spaccata ed ha perso un’altra occasione per fare chiarezza su di un punto fondamentale per un vero “cambio di passo” nella gestione del territorio. Non possiamo aspettare nuove alluvioni per andare in deroga a certe norme ed agire per la messa in sicurezza del territorio».
Per Sardelli, che ogni giorno sottolinea le criticità e le incoerenze che a parer suo non dovrebbero esserci, questa scelta non è tollerabile.
«La maggioranza in Regione ha confermato di voler continuare a tenere gli alberi all’interno degli alvei dei fiumi – dichiara il presidente del Comitato Progetto Futuro Sicuro -. Questa è una grande sconfitta per noi cittadini e quindi lo scenario all’interno del quale ci muoveremo sarà quello di continuare ad avere delle foreste da Mezzano-Glorie fino al mare».
E via con l’elenco dei rischi per il Lamone in caso di intense precipitazioni.
«Il primo punto dove potrebbe tracimare è l’argine destro all’altezza della “Pungela” – ipotizza Sardelli - e metterebbe a rischio Santerno; il secondo è l’argine sinistro, dopo il Borghetto di Traversara, e metterebbe a rischio il Cogollo; il terzo è l’argine sinistro all’altezza di Villanova, dove le ormai famigerate “crepe” sono ancora coperte dai teli di plastica. Ma la zona più critica, quella dove la pressione dell’acqua sarà maggiore, sono gli argini di Mezzano e di Glorie. Il tappo che si formerà in quel punto, o subito dopo, potrà essere fonte di grosse preoccupazioni».
«È per queste ragioni che sto pensando a un esposto preventivo – conclude Sardelli – ma solo quando avrò terminato il mio incarico da presidente del comitato, ciò che avverrà durante la nostra assemblea generale in programma il 27 giugno».