Lugo. Pugni al centro accoglienza per una bici, un ospite medicato al pronto soccorso


In quella piccola frazione in cui vivono 700 persone una bicicletta per potersi spostare liberamente è considerata qualcosa per cui vale la pena battersi. È dopo un animato litigio sull’utilizzo di queste infatti che domenica scorsa è andata in scena una turbolenta scazzottata tra un paio di tunisini ospiti del centro di accoglienza di Santa Maria in Fabriago, la struttura nella quale oggi sono ospitati una quindicina di minori non accompagnati. Due tra Bangladesh e Pakistan, altrettanti dall’Albania e i restanti dal Nord Africa, praticamente tutti tunisini.
Sarebbero questi ultimi infatti i protagonisti della zuffa terminata solo con l’intervento di due pattuglie dei carabinieri. Uno di loro, peraltro, è stato accompagnato al Pronto soccorso per le ferite riportate al capo. Un’escalation di comportamenti discutibili tra quei ragazzi che nelle ultime settimane ha preoccupato alcuni dei residenti nelle adiacenze della ex caserma dei carabinieri in cui ora trova spazio il Cas.
Le parole di un residente
«Anche alcuni operatori della struttura ci hanno rivelato confidenzialmente che la situazione sta degenerando – racconta chi abita a poche decine di metri – e questo accade da quando c’è stato un ricambio “generazionale” tra gli ospiti. Quelli di prima, abbastanza educati e rispettosi delle regole per una civile convivenza con noi residenti, diventando maggiorenni sono stati ricollocati e al loro posto ne sono arrivati di nuovi. Ma la differenza si vede e si sente: urla, schiamazzi ed episodi di prepotenza, fino ad arrivare alle botte di qualche sera fa. Sicuramente non c’è più la tranquillità di prima».
Che alcuni di loro se le siano date di santa ragione ce lo conferma anche un ragazzo bengalese che nel parchetto antistante si gode un po’ di fresco.
Col traduttore del suo smartphone risponde a qualche domanda: ci dice, facendosi leggere la traduzione, che tutto è nato per contendersi le biciclette e uno di loro ha rimediato alcune ferite alla testa. D’altronde le due ruote sono l’unico mezzo con cui i giovani ospiti – liberi di spostarsi ovunque – possono raggiungere un bar o vedere qualche loro coetaneo, nelle altre più grandi frazioni limitrofe oppure arrivando fino a Lugo. I mezzi pubblici infatti sono una chimera e, al netto del sole cocente, è meglio mettersi in sella.
I responsabili della struttura non negano l’accaduto, però minimizzando: «C’è stato sicuramente un litigio – ammettono – e siamo stati noi a chiamare le forze dell’ordine. Si è trattato comunque di un singolo episodio, che merita certamente attenzione e una serie di provvedimenti verso gli autori, ma non crediamo possa destare nessuna preoccupazione».