Lugo, furti in serie in chiesa. In due a processo

Lugo

Tra cassaforte, calici e altri oggetti, il colpo è fruttato circa 2.200 euro. Non proprio un bottino da assalto alla diligenza, ma comunque niente male se si considera che il bersaglio era una chiesa. Nello specifico, quella di San Gabriele Arcangelo di Lugo, presa di mira in due diverse irruzioni, a distanza di tre giorni l’una dall’altra. Pensavano forse di farla franca i due responsabili; invece le tracce lasciate durante le loro irruzioni notturne hanno fatto come la stella cometa con i Re Magi, con la certezza che probabilmente solo un impianto di videosorveglianza riesce a dare. E così, a processo sono finiti un ragazzo di origine russa che proprio ieri ha compiuto 33 anni, e un 49enne originario della Tanzania. Il primo risulta al momento in carcere, mentre il secondo, pur formalmente residente a Ravenna, è di fatto irreperibile. Per entrambi, difesi rispettivamente dagli avvocati Nicola Casadio e Stefano Dalla Valle, il processo si è aperto ieri mattina davanti al giudice monocratico Antonella Guidomei.

Stando a quanto contestato dall’accusa (ieri rappresentata dal vice procuratore onorario Adolfo Fabiani), i due stranieri si sarebbero introdotti all’interno della chiesa il 24 e il 27 settembre 2020, passando dalla finestra sul retro, lasciata semi-aperta. Sapevano forse che avrebbero trovato una cassaforte. Era fissata al muro, ma sradicarla è stata una passeggiata. Al suo interno, erano custoditi un calice, una patena, entrambi di metallo dorato, e ancora una custodia con tre vasi di olii santi.

Andata la prima, ci hanno riprovato una seconda volta. Meno ricco il bottino del colpo successivo, al termine del quale la chiesa è stata depredata nuovamente di altri calici, oggettistica religiosa, un’ulteriore piatto metallico e altri paramenti sacri, oltre a 200 euro in contanti. I danni dovuti alla rimozione della cassaforte e l’orario notturno sono costati ai due imputati la contestazione del furto aggravato, che ora vede come parte offesa don Bruno Resta, sacerdote della locale parrocchia, che ha tuttavia deciso di non costituirsi parte civile.

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