Lugo, "ciclopedonale pericolosa, si intervenga"

Lugo

Anche a Lugo vale il proverbio “non c’è due senza tre e il quarto vien da sé”. O, meglio, fa da sé. E così Davide Solaroli, consigliere comunale del Gruppo misto, dopo aver presentato le prime due interrogazioni a cui ne è seguita una terza, ha pensato di chiedere l’intervento del prefetto.
È sul suo tavolo infatti che è arrivato l’esposto con cui il consigliere chiede gli opportuni accertamenti e la valutazione di urgenti provvedimenti al fine di un’efficace risoluzione delle criticità da lui descritte. Il riferimento è la pista ciclopedonale del sottopasso ferroviario “Lugo Sud”, l’unico collegamento tra il centro della città e via Felisio.
Pericoli
Un tratto sicuramente pericoloso e tristemente noto alle cronache. A cadere rovinosamente a terra, infatti, sono spesso persone che in sella alle loro bici vengono a scontrarsi con altri ciclisti, pedoni o spericolati di ogni età sui monopattini.

Nella migliore delle ipotesi vengono soccorsi dalle ambulanze, ma c’è anche chi su quelle rampe ci ha rimesso la vita. Proprio com’è accaduto a un 69enne nel maggio 2020, deceduto all’ospedale Bufalini pochi giorni dopo essersi scontrato con un altro ciclista. Solo un anno prima, al nosocomio cesenate arrivò in elicottero un altro ciclista in condizioni gravissime.

A tal proposito, nel corso degli anni Solaroli ha più volte chiesto all’Amministrazione comunale quali provvedimenti avrebbero adottato per limitarne la pericolosità. Dalla Rocca l’attenzione alla problematica è sempre stata alta e le risposte sono arrivate, talvolta prospettando anche soluzioni.
I “punti ciechi”
A essere pericolosi sono soprattutto quei “punti ciechi” che non permettono di vedere in anticipo chi procede nel senso opposto di marcia; sono stati predisposti anche alcuni specchi.

A seguito di uno degli ultimi incidenti (pochi mesi fa un dodicenne è stato travolto da un coetaneo finendo per schiantarsi a terra e procurandosi un trauma cranico e la frattura di un braccio) Solaroli ha depositato la terza interrogazione, nella quale chiedeva al primo cittadino di «valutare l’opportunità di un senso unico alternato con semaforo o, in alternativa, che in quel punto le biciclette fossero condotte a mano in entrambi i sensi di marcia».

La risposta del sindaco Davide Ranalli non si è fatta attendere, spiegando che «la segnaletica e/o il semaforo che disciplinerebbero un eventuale senso unico alternato per i ciclisti non convincono pienamente sulla possibilità che sia poi rispettato, generando situazioni più pericolose. Altresì una segnaletica che imponga di procedere con la bicicletta a mano, soluzione che, allungando considerevolmente il tempo di percorrenza, rischierebbe di essere poco rispettata e/o di incentivare i ciclisti ad utilizzare le corsie carrabili, provocando, in questo caso, situazioni ancora più pericolose».

«Come si può escludere una soluzione in base ad una semplice supposizione, senza invece ricorrere ad un periodo di prova in cui sperimentarla? – obietta Solaroli –. Anche la soluzione alternativa di percorrere il tratto più pericoloso a mano è stata ritenuta non idonea in quanto, “allungando il tempo di percorrenza, rischierebbe di essere poco rispettata”. Visto che ha usato il condizionale, per il sindaco è sufficiente supporre questo rischio per non tentare neppure di sperimentarne il funzionamento. Credo che il problema sia molto serio e adesso spero che qualcuno si attivi per evitare qualsiasi altro incidente e preservare la sicurezza di chi percorre quel tratto».

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