Lugo, "bus pieno, mia figlia disabile lasciata a terra"

Lugo

«Ora mia figlia ha paura e non vuole più salire sull’autobus da sola». A dirlo è la mamma di una ragazzina di Massa Lombarda con una grave disabilità sensoriale. La giovane, che frequenta il primo anno di un istituto superiore e di cui non riveleremo il nome per tutelare lei e la famiglia, per poter convivere con la sua sordità è munita di uno speciale apparecchio che, tuttavia, le permette di potersi gestire autonomamente, studiare e avere una vita normale. Almeno fino quando qualcuno o qualcosa non interferisca con la sua routine.
Esattamente ciò che le è capitato la settimana scorsa. Ma questa volta il problema non sono le baby gang o qualche coetaneo pronto a bullizzare i più fragili. «Mercoledì – racconta la madre – mia figlia appena uscita da scuola è andata alla stazione degli autobus di Lugo a prendere la sua corriera, quella di mezzogiorno. Purtroppo è stata lasciata a terra dal conducente, perché il bus era pieno. Lei, con le sue difficoltà, ha provato a fare presente che ha una grave disabilità e non riusciva a salire in mezzo a quella ressa, ma quando è arrivato il suo turno l’autista le ha urlato malamente che non poteva entrare, chiudendo le porte e lasciandola in lacrime e spaventata. Era la prima volta che tornava da sola dopo aver fatto più volte la tratta casa-scuola con noi. Doveva essere un giorno di festa per l’autonomia raggiunta, e invece adesso ha paura e non vuole più riprovare. Io lavoro nel Bolognese e quel giorno ho dovuto mollare tutto e raggiungerla nel più breve tempo possibile».

Ieri mattina ci siamo recati alla stazione degli autobus e abbiamo voluto verificare personalmente se queste criticità persistono. Il bus 206, quello che compie la tratta Lugo-Medicina fermandosi anche a Massa Lombarda, non era pieno. L’autista ci ha risposto che quando è stato in servizio lui non si ricorda di aver mai dovuto negare l’accesso a nessuno. Peraltro le capienze sono tornate alla normalità e quegli autobus scolastici possono trasportare fino a 53 persone sedute, che diventano circa un’ottantina con quelle in piedi.

Tuttavia le versioni sono contrastanti, anche tra gli stessi addetti ai lavori. È lo stesso proprietario del bus che da anni svolge quella tratta che conferma che «la settimana scorsa è capitato di dover lasciare giù anche una ventina di ragazzi. Abbiamo immediatamente segnalato a Tper quella maggiore affluenza – spiega il privato – che anche per noi era anomala. Episodi simili, anche se isolati, forse si sono verificati su altre linee. Questa settimana invece il flusso è regolare e non c’è mai stato alcun problema con le capienze».

Potrebbe essere successo, un’ipotesi plausibile, che nei primi giorni di scuola gli orari ridotti abbiamo uniformato le uscite ingolfando i bus in partenza. Il proprietario del mezzo, con la massima disponibilità e lo stesso desiderio dei genitori di capire cosa sia successo, ha contattato l’autista che quel giorno era alla guida della corriera per sincerarsi dell’accaduto. «Non si ricorda assolutamente di nessuno che gli abbia dichiarato la sua disabilità – sottolinea il datore – e quindi nemmeno di averle urlato contro. Anzi, se avesse percepito anche solo la minima difficoltà della studentessa non si sarebbe certamente risparmiato dal farla salire e sedere in completa sicurezza, magari cercando la collaborazione dei ragazzi che si trovavano già sopra».

Eppure la madre – che lo stesso giorno ha inviato un reclamo all’azienda di trasporti pubblici, Tper, senza finora ricevere nessun chiarimento – è certa di ciò che è accaduto. «Dietro mia figlia c’era un’insegnante che ha cercato di tranquillizzarla e aiutarla – prosegue la donna –. Adesso speriamo solo che la situazione si risolva e che ciò non accada mai più».

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