Lugo, arrestato con 16 chili di droga: 36enne condannato a 15 anni

Lugo

L’automobile nella quale trasportava oltre 16 chilogrammi di cocaina era stata intercettata nel febbraio scorso dai Carabinieri della compagnia di Lugo, ma il suo viaggio era iniziato da Occhiobello, nel Rodigino: ieri Dorian Conti, 36enne di origini albanesi, è stato condannato con rito abbreviato a 15 anni di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti dal giudice per le indagini preliminari di Rovigo, Raffaele Belvederi. La partita di droga che i militari avevano rinvenuto in auto, probabilmente destinata a essere immessa nel mercato ravennate, posta con il suo involucro sulla bilancia, era risultata pesare precisamente 16,7 chili, ma non era l’unica nelle disponibilità del 36enne: appena terminata la perquisizione mirata, infatti, Conti aveva consegnato ai Carabinieri in maniera spontanea le chiavi della propria abitazione di Occhiobello, dove i militari avevano rinvenuto altri 10 chili e mezzo di cocaina. Polvere bianca per un totale di oltre 27 chilogrammi, quindi, e nuovi guai con la giustizia per il 36enne, che era già noto alle forze dell’ordine ed era da tempo tenuto sotto controllo dagli inquirenti del Bergamasco, da dove tutta l’operazione aveva preso avvio.

Asse Lombardia-Romagna

L’asse Lombardia-Romagna con cui era stato reso possibile l’arresto di Conti aveva anche ricevuto il plauso del sindaco di Lugo, Davide Ranalli, che aveva parlato di «un’operazione che ha coinvolto anche il nostro territorio ed è frutto di indagine e di un lavoro di raccordo molto più ampio». Dopo l’arresto, l’uomo era stato condotto presso la casa circondariale di Ravenna, e da qui si era collegato in video con il Tribunale per l’udienza con il gip Corrado Schiaretti: era stato in questa occasione che il legale di Conti aveva sollevato una questione di competenza territoriale, sostenendo che il reato fosse stato commesso proprio a Occhiobello, prima dell’arrivo nel Lughese del suo assistito, e chiedendo di conseguenza la trasmissione degli atti alla Procura di Rovigo. Istanza che alla fine è stata accolta, determinando così il trasferimento del caso sul tavolo del gip veneto.

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