Cotignola, diffidati Regione, Comune e Protezione Civile: «Alzate subito gli argini del Senio»

Lugo

Argini bassi e livelli di tensione più alti, soprattutto a Cotignola. È qui infatti che lo sconcerto per le due file di sacchi di sabbia messi in fretta e furia la sera di Natale per “pareggiare” in emergenza un dislivello datato dell’argine sinistro del Senio ha portato alla strada delle diffide.

Ieri il sindaco Federico Settembrini, alla nostra domanda sull’ipotesi di una diffida in Regione per ottenere il ripristino di quell’argine, ci ha risposto di voler evitare conflitti istituzionali. Chi vive lì sotto invece non ha aspettato un giorno di più.

Il 26 dicembre, dopo aver scattato alcune foto, un residente ha inviato una sorta di diffida al presidente della Regione Michele de Pascale, all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, e al Comune di Cotignola, terminando l’elenco di criticità e manutenzioni da svolgere con un monito: «Qualora non interveniste per ripristinare le altimetrie e dovesse accadere qualcosa, vi ritengo responsabili e agirò presso le opportune sedi».

Di fatto una diffida con la richiesta di procedere in maniera risolutiva a quella che, come ha confermato ieri il primo cittadino, è una criticità nota e per cui la stessa Amministrazione comunale ha chiesto ripetutamente all’ente preposto di intervenire.

«In occasione di ogni evento di allerta meteo-idraulica – la premessa del cotignolese - viene regolarmente predisposto il posizionamento di sacchi di sabbia davanti alla mia abitazione, situata lungo l’argine del Senio. Tale intervento, come noto anche agli operatori intervenuti nel tempo, risulta necessario a causa della quota più bassa della sommità arginale in corrispondenza di questo tratto, rispetto ai livelli idrometrici di sicurezza. La ripetitività di tale misura emergenziale evidenzia una criticità strutturale permanente – sottolinea - che comporta rischi per l’incolumità delle persone, per i beni privati e pubblici, nonché una costante necessità di interventi temporanei e non risolutivi esponendoci ad un evidente concreto rischio».

Considerazioni che in paese erano, oggi ancora di più, all’ordine del giorno e che hanno portato a pretendere interventi immediati.

«Chiedo formalmente – prosegue il residente - che vengano verificate e ridefinite le altimetrie della sommità arginale nel tratto del Senio prospiciente il centro abitato; valutati e realizzati interventi strutturali di adeguamento, mediante innalzamento della sommità arginale fino alle quote di sicurezza previste dagli strumenti di pianificazione idraulica vigenti; considerate soluzioni definitive che rendano non più necessario il ricorso soltanto a misure emergenziali temporanee, come il posizionamento di sacchi di sabbia a ogni allerta».

Peraltro, sembra che altri residenti intendano emulare il concittadino entro la fine dell’anno. E che le diffide talvolta portino a dei risultati lo prova quanto successo due anni fa, a pochi mesi dalla tragica alluvione del 17 maggio.

In quel caso era stato un santagatese che viveva sotto l’argine del fiume Santerno a diffidare sia la Regione che Rfi in merito al progetto di ripristinare la circolazione dei treni su quel ponte in cui l’argine era collassato prevedendo un suo abbassamento di oltre un metro. Ne era scaturita una sorta di sommossa popolare che, con garbo istituzionale, aveva condiviso anche l’allora sindaco.

Quel progetto era stato poi ritirato e da lì si era deciso di rimuovere il ponte ferroviario. E così il giorno di Natale nulla ha più impedito al Santerno di scorrere via senza distruggere il paese.

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