Calunnia e falso dopo la multa contestata: vigili lughesi assolti

Lugo

Una mattina d’ottobre, orario di punta per l’ingresso degli uffici e la strada verso il Pavaglione incolonnata. Scoprire che la ragione di tanto traffico era dovuta all’auto d’ordinanza di una pattuglia della municipale, aveva suscitato il commento critico di uno degli automobilisti più audaci, che alla fine si era ritrovato suo malgrado multato per divieto di sosta e denunciato per oltraggio e interruzione di pubblico servizio. Poi il colpo di scena. Perché nell’andare a fondo sul battibecco di quella mattina, era emerso un dietro le quinte di cui non vi era traccia nella relazione di servizio fatta dei due agenti. Un dettaglio fornito dalle loro stesse bodycam, le innovative telecamere incorporate alle divise, che in questo caso erano state un boomerang tale da fare finire gli stessi operatori della polizia locale a processo per calunnia e falso.

La singolare vicenda si è chiusa per tutti e tre i protagonisti questa settimana: lunedì la denuncia per il conducente - difeso dall’avvocato Andrea Visani - è stata archiviata per la seconda volta, nonostante l’opposizione dei due agenti. E ieri pomeriggio anche per i vigili (assistiti dai legali Michelanna Guerra e Riccardo Luzi) è arrivata l’assoluzione al termine del rito abbreviato.

La nonnina senza cinture

La genesi della storia inizia da una vecchietta beccata al volante senza cinture. La pattuglia si era prodigata a sanzionarla, finendo tuttavia per appesantire il traffico delle 9 di mattina. E così arriviamo alla battuta dell’automobilista alterato, che si sarebbe rivolto a loro dal finestrino facendogli notare la possibilità di multare pur parcheggiando in altro modo. Al commento, gli agenti gli avevano indicato di accostare, cosa che l’uomo aveva fatto, fermandosi nel primo punto utile per non intralciare ulteriormente la viabilità; lo avevano quindi raggiunto staccando nei suoi confronti una contravvenzione per divieto di sosta.

Apriti cielo. Perché convinto di essere nel giusto e di avere assecondato l’ordine ricevuto, l’automobilista si era rifiutato di firmare il verbale, chiamando a sua volta i carabinieri, per poi piazzarsi davanti alla vettura dei due vigili per evitare che se ne andassero. Da qui era arrivata l’ulteriore denuncia per interruzione di pubblico servizio.

I video delle bodycam

Tornati al comando, gli agenti avevano depositato la relazione sull’accaduto, portando alla trasmissione degli atti alla Procura nei confronti del conducente multato. Poi però un dirigente dello stesso ufficio aveva visionato i filmati delle bodycam in dotazione; aveva ritenuto opportuno segnalare con una notizia di reato la presunta difformità tra quanto da loro riportato e il reale svolgimento dei fatti. Dal resoconto dei fatti, cioè, lasciavano intendere che il soggetto multato avesse parcheggiato in una postazione diversa da quella indicata, lasciandosi poi andare deliberatamente agli improperi. Non vi era menzione dell’origine dell’alterco, né di un atteggiamento ritenuto a sua volta provocatorio. Da qui, dunque, l’apertura del fascicolo per calunnia e falso.

Le due vicende sono andate avanti in parallelo e in settimana si sono chiuse entrambe, senza condanne.

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