Il fiume che nel maggio dello scorso anno ha certamente provocato più danni nella Bassa Romagna, il Santerno devastando S.Agata, nell’ultima alluvione si è abbastanza contenuto. A dire il vero a contenerlo sono stati gli argini, in particolare quelli rinforzati a ridosso della tragica rottura.
E così i santagatesi, dopo aver atteso il passaggio della piena per poter tirare un bel sospiro di sollievo, hanno preso atto che i loro timori erano sensati.
La loro battaglia per impedire l’abbassamento dell’argine appena ricostruito e alzato di quasi un metro – condizione necessaria per ripristinare la linea ferroviaria – si è rivelata di assoluta importanza.
«Potremo dire vitale – accentuano alcuni residenti a ridosso dell’alveo – perché, proprio come noi tutti abbiamo sempre sostenuto, l’ingrossamento dei fiumi non può essere considerato un evento con cadenza secolare. E infatti dopo poco più di un anno abbiamo rischiato nuovamente il collasso. Questa volta il Santerno, fortunatamente, è arrivato solo a sfiorarlo il ponte e in quei momenti abbiamo pensato a cosa sarebbe successo se, come volevano fare senza dirci nulla, l’argine fosse stato abbassato e “riempito” in fretta e furia con della terra fresca e quindi poco compattata solo qualche giorno, se non ora, prima? La risposta sarebbe drammatica e quindi meglio non pensarci proprio. Questo però deve farci capire, anzi fargli perché noi lo sosteniamo da sempre, che questo argine non si può più toccare. È il ponte che va alzato o tolto una volta per tutte».
D’altronde il sit-in dello scorso maggio, organizzato dal comitato S.Agata 17 maggio 2023, ha radunato centinaia di persone a ridosso di quel “ammasso ferroso” e ha sancito cosa vuole la gente, non solo i residenti. «A maggior ragione quel ponte non può più rimanere lì dov’è – ribadisce il presidente del comitato Sant’Agata 17 maggio 2023, Massimo Tarozzi – e noi non intendiamo arretrare di un passo».
Tuttavia, se è vero che le acque del Santerno non hanno provocato ingenti danni uscendo dal loro corso, lo è altrettanto che internamente ne abbiano causati. Erodendo gli argini, probabilmente già in sofferenza per tanti motivi. A documentarlo, peraltro, proprio delle “sentinelle” del fiume.
«Assieme agli amici di Conselice e di persone che risiedono nei comuni limitrofi al suo scorrimento – spiega Tarozzi – abbiamo creato il gruppo “Gli amici del Santerno” con lo scopo di raccogliere e condividere le segnalazioni che riguardano lo stato del fiume, al fine di darne opportuno risalto e, per i casi particolarmente importanti, procedere con le segnalazioni agli organi competenti. Non vogliamo sostituirci a chi è deputato al controllo bensì affiancarlo e se necessario stimolarlo affinché il nostro fiume sia mantenuto nelle migliori condizioni. Il nostro obiettivo è quello di coprire l’intero percorso del fiume, da Firenzuola al Reno: ecco perché speriamo di poter diventare una grande squadra. Chiunque viva a ridosso di quegli argini o è solito frequentarli e ha voglia di contribuire è il ben accetto. Basta contattarci sulle nostre pagine social».
 
 