Lugo, luci spente di notte: lamentele e paura per i ladri

Lugo

Dopo la pandemia e tutte le crisi annesse, quella tanto attesa luce in fondo al tunnel, adesso, dalle 00.30 alle 5 non si vede più. Passata la seconda settimana dall’entrata in vigore del provvedimento che nei comuni della Bassa Romagna prevede lo spegnimento della pubblica illuminazione, infatti, il malcontento generale non sembra attenuarsi. Tra chi vi abita, le polemiche aumentano. Ovviamente nel comune più grande i disagi maggiori. A Lugo non sono passate inosservate alcune incongruenze – almeno secondo i residenti – che convivono con la misura restrittiva e per le quali non sempre è stata fornita una chiara delucidazione.

«Perché il Pavaglione e il Teatro Rossini sono illuminati mentre le vie adiacenti no?».
Il Comune, come ha subito informato, ha preso quella decisione poiché non facenti parte dell’illuminazione stradale e per preservarne l’incolumità da eventuali atti vandalici. Nel caso specifico del Pavaglione, peraltro, non è possibile alternare l’accensione delle voluminose sfere che fungono da lampadario e quindi o tutto o niente. Anche la Meridiana dei Popoli - il monumento di fronte alla caserma dei carabinieri - è rimasta con un filo di luce, l’unico bagliore nel buio assoluto.
Stupisce, inoltre, che mentre il monumento di Baracca è immortalato da un faro, l’antica Rocca non ha nemmeno un cero a valorizzarla. Ci pensano i lampioni stradali, che però fino ad aprile saranno spenti.

Nel centro storico le lamentele sono attenuate solo dalle vetrine di qualche negozio che inconsapevolmente dona sicurezza alle abitazioni vicine. Lo stesso vale per le tabaccherie, le insegne dei supermercati e - paradossale ma vero - le pulsantiere condominiali dei campanelli. A non lamentarsi invece sono i “miracolati” che abitano lungo viale degli Orsini e parte di via Ricci Curbastro. Per un motivo ancora ignoto - perché all’azienda quegli impianti risultano normalmente spenti, come spiega l’Amministrazione – i lampioni di nuova generazione sono tutti accesi. Così come lo sono all’interno del parco del Tondo, che però viene chiuso di sera e quindi non necessiterebbe di nessuna illuminazione.
A Sant’Agata sul Santerno
A onor del vero non sono le uniche vie del centro abitato normalmente illuminate. Basta spostarsi di qualche chilometro: passando per Sant’Agata sul Santerno a nessuno è sfuggito come il centro del piccolo comune, così come tutte le strade adiacenti, sia bello e luminoso. Un paradosso o un privilegio? Nulla di tutto ciò.

«Abbiamo deciso di non spegnere i lampioni lungo la San Vitale e via Bastia, due strade particolarmente trafficate anche di notte – spiega il sindaco Enea Emiliani –, ma per farlo sono necessari lavori di sdoppiamento di linee e quadri elettrici. Servirà qualche settimana per la loro ultimazione e lo spegnimento effettivo che, a quel punto, interesserà anche il centro».

Resta il fatto che le prime perplessità in alcuni casi sono diventate vere paure. Per gli anziani e per chi vive nei luoghi più defilati, non è rassicurante sapere che malintenzionati potrebbero agire con il buio. A differenza di quanto già accaduto nel Ravennate, nel Lughese sembrerebbe non essere ancora accaduto nulla di grave.
La politica
Eccezion fatta per le critiche di FdI, che però non siede in consiglio comunale, per ora la politica non sembra voler scendere in piazza come invece hanno annunciato di fare i colleghi di Ravenna. Le forze di opposizione, stando sempre attente a raccogliere i disagi degli utenti, non hanno ancora affondato il colpo.

«Personalmente è una misura che non condivido – commenta il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Lugo, Fabio Cortesi – perché può minare la sicurezza dei cittadini, ma è altrettanto vero che non si può certo mettere in discussione il riscaldamento nelle scuole. Rimaniamo vigili e pronti a sollecitare qualsiasi miglioria».

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