Lugo, la commessa: "Al negozio controllo il green pass, l'età non coincideva di circa 20 anni"

Lugo

Tutto normale, eccetto qualche paradosso. Nella prima giornata di obbligatorietà del Green pass per accedere alle più svariate attività commerciali, anche nel Ravennate si è registrato qualche malumore e caso bizzarro. Tuttavia per la clientela sembra esser cambiato poco o niente, anche perché chi sa di non essere in possesso del certificato verde, almeno nei primi giorni, sembra voler “provarci lo stesso”.
«C’è gente che si è presentata con delle stampe palesemente false – spiegano alcune commesse –. L’età anagrafica non coincideva di almeno una ventina d’anni, però è anche difficile dare un’età a un volto sotto la mascherina. Sono situazioni un po' imbarazzanti, e comunque noi non abbiamo nessuna autorità per chiedere anche un documento: il rischio è tutto loro, se ci fosse un controllo delle forze dell’ordine verrebbero sanzionati».
Già questo potrebbe essere il primo paradosso, ma ce n’è uno più bizzarro, per usare un eufemismo e cercare di sdrammatizzare lo stato d’animo di alcuni commercianti. Quelli all’interno del Globo di Lugo, così come accade anche in maniera più ampia in ogni centro commerciale, fanno notare una incongruenza che sa un po' di concorrenza sleale. «Se un cliente volesse comprarsi un paio di mutande ma non avesse il Green pass – spiegano le commesse del negozio di intimo Moda Più – noi non potremmo servirlo. E potrebbe accadere, come forse è già successo, che camminando nemmeno cinquanta metri le potrebbe comprare al supermercato di fronte a noi, dove si può entrare liberamente e acquistare qualsiasi cosa, perché la normativa prevede questo. Oggi abbiamo dovuto negare l’accesso solo a due persone, davvero poche, però sicuramente questa situazione è paradossale».
Certo è che, anche se non avrebbero l’obbligo tassativo, nelle attività commerciali della città il Green pass sembra essere non solo chiesto a tutti – come è d’obbligo – ma anche controllato ad ogni singolo cliente. C’è addirittura chi ha installato un tablet esterno per un controllo più agevole. Nelle tabaccherie invece, dove il flusso di clienti è più veloce e consistente, viene chiesto a tutti ma controllato solo a campione. Tuttavia nessun disagio nemmeno da loro: in pochi ne erano sprovvisti e in pochissimi quelli che alla richiesta di esibirlo non lo avevano, e nessuno sembra aver reagito con più di uno scocciato sospiro.

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