Lugo, in piazza oltre le 22 per protestare contro il coprifuoco

Ravenna

Doveva essere un flash mob, qualcosa di diverso da una manifestazione che di fatto non era autorizzata. Invece per alcuni tratti è degenerato senza fortunatamente nessun ingente danno. È la sintesi di quello che è successo ieri sera in piazza Baracca, anche se i partecipanti hanno usato il monumento del medesimo aviatore come piedistallo e il Pavaglione come contenitore.

Da qualche giorno girava sui diversi social (col nome di 22.01) l’invito a “fermarsi in piazza per riappropriarsi della libertà negata da mesi, ossia la vita dopo le ore 22”. E infatti poco prima di quell’orario venerdì sera alcune centinaia di persone provenienti da diversi comuni hanno iniziato a raggrupparsi di fronte al primo striscione appeso in cui era scritto “22.01 Resta in piazza, no al coprifuoco”.

L’intenzione dei promotori, infatti, era quella di “disobbedire civilmente” a quel limite temporale delle 22. Chi partecipava sarebbe rimasto lì, ma senza creare assembramenti o violare l’obbligo dell’uso della mascherina. Molti di loro si dichiaravano estranei ai movimenti no mask e no vax, o di qualsiasi altra natura politica.

A presidiare quei luoghi diversi agenti della Polizia Locale della Bassa Romagna e del Commissariato di Polizia di Lugo, oltre ad alcune pattuglie dei carabinieri del Comando di Lugo.

Tuttavia, mentre l’orologio della piazza si avvicinava all’ora X, il monumento cominciava ad affollarsi, altri due striscioni venivano esibiti e qualcuno col megafono iniziava i primi cori. Quasi una curva da stadio che all’inizio non ha creato troppi problemi. Per alcuni minuti si è anche cantato “Romagna mia” e l’inno d’Italia. A sfoltire gli assembramenti ci ha pensato il cielo. Con la prima pioggia si sono diretti tutti dentro al Pavaglione e solo a quel punto l’atmosfera si è un po' scaldata. Gli agenti hanno cominciato a chiedere i documenti e le motivazioni della violazione dell’orario essendo passate le 22 da qualche minuto; contestualmente sono partiti i primi cori di protesta e l’anima goliardica è ben presto mutata. La professionalità delle forze dell’Ordine ha evitato che la situazione degenerasse; la linea del dialogo ha cercato di mitigare gli animi. Certo è che tutti si aspettavano meno partecipanti e probabilmente ai manifestanti si sono aggiunti molti casuali frequentatori della movida lughese. Non sono mancati, tuttavia, alcuni episodi di insubordinazione verso alcuni agenti, a cui qualcuno ha cercato di impedire le riprese.

Per un’ora è durata la spola tra monumento e porticato, fino quando la pioggia ha contribuito a placare gli animi. Un ragazzo, uno dei tanti organizzatori che però non si sono mai voluti dichiarare tali, ha pregato la folla di disperdersi e non creare assembramenti, perché quello non era l’intento della serata. Appello ascoltato solo parzialmente e che non ha impedito a molti di permanere ben oltre la mezzanotte.

Nel bilancio finale, tuttavia, non sembrerebbero esserci danni materiali o atti vandalici; qualche bottiglia di vetro in frantumi e poco altro. Non è piaciuto però a molti esercenti e residenti quello spettacolo, anche a chi ha visto le immagini solo diverse ore più tardi.

Quello che nessuno però sembra tollerare è che sia passato il concetto che “se si trasgredisce in tanti non succede nulla”.

Netto il disappunto del Sindaco di Lugo, Davide Ranalli, che in un post scrive: “Immagini di una Lugo che non è quella che conosciamo di folle urlanti che provano a farsi beffe delle forze dell'ordine e della polizia locale che hanno dovuto evitare scontri in una "lotta" impari fra loro e i tanti manifestanti, molti venuti da fuori. Ci saranno un giorno in cui dovremo raccontare a qualcuno che, in nome della libertà, ci si fece beffa dello Stato e delle istituzioni e, sempre in nome della libertà, si ribaltarono panchine e ruppero vetri per poi chiedere, a volte gli stessi, di tenere più pulito il Pavaglione. Ieri non ho visto difensori della libertà ma ultrà che dicono di amare il calcio e girano le spalle alla partita”.

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