Lugo, il sindaco: i progetti per il 2022

Lugo

L’ultimo giorno dell’anno è forse quello più adatto per riassumere ciò che è stato e che poteva essere il 2021, così come per ipotizzare ciò che sarà il 2022.
Lo abbiamo chiesto al sindaco di Lugo Davide Ranalli, al termine della dozzina di mensilità in cui, come ogni primo cittadino, ha esercitato il suo ruolo di amministratore, promotore e mediatore.
Sindaco, questo che si conclude oggi è stato un anno più difficile del previsto?
«Non direi. È stato sicuramente un anno ancora caratterizzato dalla pandemia, ma non vorrei che l’aumento esponenziale dei contagi di questi giorni ci facesse dimenticare che il vaccino è stato la vera rivoluzione del 2021. Certo, non impedisce l’infezione e la mia esperienza lo certifica, ma ne attenua se non azzera la sintomatologia. Il vaccino ha permesso le riaperture e la ripresa dell’economia. Per questo il 2021 è stato l’inizio di una riscossa. Abbiamo ancora molto da imparare per una strategia di convivenza con il virus. Io e la mia giunta potevamo “sederci” sulla gestione della pandemia ma, al contrario, abbiamo continuato a lavorare guardando alla Lugo del futuro. Il piano investimenti triennale da 23 milioni di euro che abbiamo adottato pochi giorni fa è la prova: opere e progetti che cambieranno la città, i quartieri e le frazioni”.

A tal proposito, qual è la scelta più importante che ritiene di aver fatto per mediare a queste difficoltà?
«Proseguire convintamente sulla strada della rigenerazione urbana. L’abbiamo fatto per l’area dell’ex acetificio grazie ad un partner privato affidabile e ad un progetto di qualità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una parte di città abbandonata e a rischio degrado è rinata e si candida ad essere un futuro polo di servizi perché, lo ricordo, lì sorgerà una Casa della Salute. Nella giunta del 9 dicembre abbiamo approvato la cessione in comodato d’uso per 99 anni dell’area all’Ausl. Abbiamo voluto la Casa della Salute non in centro ma in un luogo di cintura, la potremmo definire una ricucitura urbana in una zona che non è più divisa dal resto della città».
Detto ciò, in una scala da 1 a 10 che voto si darebbe?
«Non compilo pagelle quando si tratta degli altri, figuriamoci per me. So che per due tornate mi sono presentato davanti agli elettori ed entrambe le volte il nostro progetto politico è stato premiato. La seconda, peraltro, con un risultato ancora più netto».
Tuttavia dalle sue risposte emerge che sono tante le scelte fatte, ma c’è qualcosa che non è arrivato a concludere o programmare in questo ultimo anno?
«Questo è stato l’anno in cui insieme ai tecnici e alla giunta abbiamo progettato e pensato le opere che nei prossimi anni realizzeremo. Mi spiace solo aver dovuto rinviare l’apertura del nostro Teatro per motivi che non sono dipesi da noi. Poco male. Fra pochi mesi apriremo e sarà un giorno di festa per Lugo».
Tornando alla pandemia, una problematica sempre attuale quanto ingravescente, lei è stato il primo sindaco a inasprire le norme anti Covid, introducendo mascherine e annullando alcuni eventi; se la situazione perdurasse o peggiorasse, come pare essere, valuterà ulteriori accorgimenti in aggiunta a quelli Governo centrale?
«Il Governo sta intervenendo in modo omogeneo anche con importanti decisioni sulla durata della quarantena e, tra l’altro, ha introdotto nuovamente l’obbligo di mascherina all’aperto. La mia ordinanza dei primi di dicembre aveva un doppio obiettivo: la sicurezza delle persone e dell’economia. I sindaci nella prima fase della pandemia hanno rinunciato al potere di ordinanza per non creare una confusione che, in quella fase della vita del paese, sarebbe stata dannosa. Ora però è diverso e io ritengo che un sindaco abbia il diritto e dovere di intervenire, se lo ritiene e informando preventivamente il prefetto con cui non deve mai mancare il coordinamento. L’ordinanza ha fatto da apripista anche per altri Comuni. Quanto al Capodanno, non abbiamo mai avuto dubbi. Non abbiamo annullato nulla perché non avevamo previsto la festa di piazza. Abbiamo però annullato la festa della Befana per adeguarci al decreto legge di Natale».

Tutto chiaro, come il fatto che le piaccia leggere; faccia suoi un titolo di un libro e una citazione che rappresenta un po’ quello che è stato il 2021?
«Il libro è senza dubbio "Guasto è il Mondo" di Tony Judt. La citazione forse più coerente con questa fase penso sia quella di Antonio Gramsci: “Anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio”».
Per concludere, ce ne menziona uno che possa essere un po’ il suo auspicio per l’anno che verrà?
«L’auspicio è quello di risvegliarsi da questo incubo consapevoli che attorno a noi è cresciuta rabbia, frustrazione, rancore… allora non dobbiamo guardare solo a ciò che abbiamo intorno. Dobbiamo ripartire da noi e per questo mi viene in mente "Il risveglio interiore" di Tolstoj”».

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