Lugo, Fray e la Cherubini riaprono il teatro Rossini

Riduzione del rischio sismico, efficientamento energetico, rifacimento delle condotte dell’impianto di riscaldamento, ottimizzazione dell’impianto illuminotecnico, rifacimento filologico della colorazione della facciata settecentesca, nuovo sipario e nuove attrezzature per gli allestimenti di palcoscenico, eppoi restauro delle decorazioni dei palchi di prim’ordine… È lunga lista dei lavori che negli ultimi tre anni sono stati realizzati per il teatro Rossini di Lugo. Era la fine del 2019 quando la più antica sala teatrale all’italiana attiva in Emilia-Romagna chiudeva i battenti per avviarsi a un nuovo restauro, il secondo, dopo quello storico ultimato nel 1986 che l’aveva salvata da un destino quasi certo di incuria e degrado, forse di abbattimento. Nessuno immaginava però che pochi mesi dopo tutti i teatri avrebbero dovuto comunque fermarsi: un motivo in più, agli occhi del Comune, per realizzare anche ciò che inizialmente non era previsto, tanto da impegnare risorse per oltre due milioni di euro. Un investimento importante, che conferma la centralità che la comunità lughese assegna al proprio prestigioso teatro: inaugurato con un allestimento provvisorio nel 1759, e completato due anni dopo su progetto del celebre Antonio Galli Bibiena (lo stesso del Comunale di Bologna), tra i tanti ha ospitato Paganini, Toscanini, e soprattutto Gioachino Rossini, che a Lugo, città del padre, soggiornò adolescente per quasi due anni, e del quale dalla metà dell’Ottocento il teatro porta il nome.

E non è certo un caso che ad aprire il programma che questa sera decreta la nuova riapertura sia proprio la musica di Rossini: il Preludio religioso dalla Petite Messe Solennelle, lavoro di un Rossini oramai molto lontano dagli anni lughesi, e dalle scene, ma che nell’ultimo squarcio di vita riesce a secernere una delle opere più straordinarie di tutta la letteratura sacra. A dirigerne il Preludio – e qui veniamo ai protagonisti del concerto – sarà David Fray, il pianista francese che nell’occasione vestirà anche i panni del direttore sul podio dell’Orchestra Luigi Cherubini. Si tratta dunque, di interpreti d’eccezione, da una parte la compagine giovanile che, fondata quasi due decenni fa da Riccardo Muti, si è ritagliata uno spazio importante nel panorama europeo – come testimonia anche il Premio Abbiati conferitole qualche anno fa; dall’altra il pianista avvezzo alle più importanti sale da concerto in Europa e oltreoceano, così come alle sfide costituite dal repertorio più arduo. Repertorio di cui fanno certo parte i Concerti di Bach e di Mozart che, dopo l’introduzione rossiniana, Fray dirigerà dalla tastiera: prima quelli bachiani, per pianoforte e archi (in re minore BWV 1052 e in la maggiore BWV 1055), poi in chiusura la profondità drammatica che Mozart esprime nel Concerto n. 24 in do minore K 491. Lavori che testimoniano la straordinaria ricchezza creativa del XVIII secolo e che Fray negli anni continua ad approfondire, anche in sala d’incisione, col talento caparbio di chi sa che il segreto di tanta bellezza è sempre ancora da scoprire. Inizio alle 20.30.

Info 0545 38542

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