Lugo e Alfonsine contro il via libera alle estrazioni a San Potito

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Al Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani viene negato il “green pass”, ma nulla a che vedere con la certificazione vaccinale. In questo caso il “verde” che non passa è quello dell’ambiente e del territorio, per un diniego dei comuni dell’Unione della Bassa Romagna. Si narra che siano in corso riunioni tra assessori all’ambiente e referenti politici dei vari schieramenti per una levata di scudi contro l’autorizzazione, datata 5 agosto, con cui la società Padana Energia potrà legittimamente effettuare perforazioni per la ricerca di metano nell’area del pozzo Longanesi 3 dir a San Potito di Lugo.

Le prime critiche, peraltro, erano già arrivate dal gruppo dei Verdi di Lugo e della Bassa Romagna (da qualche settimana ribattezzati ufficialmente col nome Europa Verde): a distanza di due settimane dal via libera del Ministero, hanno puntato il dito soprattutto contro due problematiche, la pericolosità delle continue emissioni e il fenomeno della subsidenza. Ed è proprio su quest’ultimo, ma non solo, che poco dopo anche Sinistra per Lugo ha espresso la sua contrarietà. «È una scelta grave ed unilaterale del ministro – spiega il portavoce Gilberto Minguzzi –. Svolgere altre perforazioni in un territorio fragile e soggetto a subsidenza, come lo è quello della Bassa Romagna, vuol dire condannare l’area a costi superiori ai benefici dell’estrazione. Uno studio della stessa società concessionaria – scrivono in un comunicato – localizza il centro storico di Bagnacavallo come epicentro della subsidenza, con una quota massima di abbassamento del suolo indicata, nella peggiore delle ipotesi, in 8-10 cm, ossia un’enormità».


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