Lugo, dispenser di acqua santa alla chiesa della Collegiata

Lugo

L’ acqua è da sempre il bene più prezioso, senza di lei non ci sarebbe la vita; lo sanno bene anche i fedeli che da oltre sei mesi non possono intingere la mano nella pila all’ingresso delle chiese. L’ acqua benedetta con cui farsi il segno della croce è un rito a cui molti non volevano rinunciare; un disagio che a Lugo è stato risolto, con un semplice e moderno dispenser.

È ciò che da due settimane avviene all’interno della chiesa Collegiata, dove il parroco, don Leo, ha pensato di dare un tocco di modernità a ciò che di più antico c’era in quei luoghi sacri. Lui è da sempre un iconico prete, capace di avvicinare alla religione cristiana anche i meno convinti, merito del suo estro e del genuino impegno sul territorio. «Le norme sanitarie da seguire sono scrupolose e vanno rispettate, la massima sicurezza è il nostro standard – spiega don Leo –, ciò non vuol dire che non si possa trovare un modo igienicamente corretto per fare ciò che si è sempre fatto».

Per arginare la trasmissione del coronavirus ovviamente non si può venire a contatto con liquidi o solidi toccati da altre persone, ma con l’erogatore automatico viene azzerato ogni rischio. Proprio come il diavolo e l acqua santa, dove il primo è quel micidiale virus Covid che – laicamente parlando – si è già portato troppe vite agli inferi.

Quel “benedetto dispenser” è solo un optional per lo spirito, che non invalida l’obbligatorietà della sanificazione delle mani nelle colonnine coi gel, sparse un po’ ovunque e soprattutto agli ingressi. Visto che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, alla messa della domenica ci sono molti steward volontari, muniti di pettorina, che vigilano sulle corrette operazioni: sgarrare è un peccato.

L’idea partita da Lugo potrebbe essere replicata da molti: «Avevo visto qualcosa di simile a Bolzano e mi è sembrata una buona idea – conclude sorridendo il parroco –; è sicuramente più igienico per tutti e quindi valuteremo se tenerlo anche in futuro».

Per il resto le abitudini dei credenti sono tornate ben presto alla normalità, come conferma don Leo: «Le messe sono sempre affollate, nel rispetto di tutte le norme precauzionali, e può capitare di allestire anche degli spazi esterni». Ci si è abituati a confessarsi in spazi diversi, ricevere la comunione al proprio posto e scambiarsi un segno di pace con una felice e speranzosa occhiata.

Forse non costerà come l’Evian, ma per molti quell’acqua ha molto più valore; se con un piccolo accorgimento si può rendere felici le persone, allora è veramente cosa buona e giusta.


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