Lugo, allarme Ponte della Chiusa. «Lavori attesi da 5 anni»

Lugo

«Il ponte cade a pezzi, ma per la Provincia “sicurezza stradale” significa solo fare cassa». È durissimo il monito di Enrico Zini, consigliere del Gruppo misto sia a Bagnacavallo che nell’Unione, in merito alle condizioni del ponte “della Chiusa”, quello sotto cui scorre il fiume Senio, sulla via San Vitale al confine tra Lugo e Bagnacavallo, e alle misure adottate.

Del resto quei ferri dell’armatura così ossidati e ormai privi del calcestruzzo che li ricopriva non passano inosservati e, soprattutto, non possono continuare a rimanere in quelle condizioni. «Sono passati 5 anni da quando sarebbero dovuti cominciare i lavori su quel ponte – spiega Zini – ma l’unica azione della Provincia è stata apporre dei divieti ai mezzi pesanti. La necessità di lavori di risanamento nel tratto Lugo-Russi della sp253 (la San Vitale) infatti risale al 2009, quando la Provincia deliberava l’appalto che ha preso corpo solo nel 2016, ossia quando sono cominciati i lavori sul ponte dell’Albergone».

A detta del consigliere, sia la delibera che gli amministratori locali dei Comuni coinvolti confermavano che gli interventi sul ponte della Chiusa sarebbero dovuti cominciare subito dopo quelli sul Lamone perché appartenenti ad un unico lotto di lavorazione. «Purtroppo la ditta prima affidataria è fallita a lavori in corso e si è dovuti correre ai ripari – osserva Zini – ed anche in quella sede la Provincia stessa ha ribadito l’urgenza dei lavori di ripristino di entrambi i ponti ma, come purtroppo spesso accade, si è risolta l’emergenza ma non il problema: di corsa per terminare i lavori sul Lamone, tanti sorrisi e applausi all’inaugurazione e del ponte sul Senio si è persa memoria».

Recente sopralluogo

Tuttavia è la stessa Provincia che recentemente avrebbe inviato sul posto una squadra di tecnici per effettuare un sopralluogo, da cui è scaturito il divieto di transito per i mezzi pesanti oltre le 44 tonnellate. «Questa pare una misura meno che palliativa – rimarca Zini –: non serve un ingegnere per notare i ferri esposti e arrugginiti, sia sui pilastri di sostegno che sulle arcate e, in realtà, il sopralluogo non sarebbe comunque dovuto servire perché già nel 2009 e di nuovo 2017 la Provincia conosceva quelle criticità, messe nero su bianco».

Le dure critiche del consigliere sono sfociate in una interrogazione che lo stesso ha presentato al sindaco di Bagnacavallo e al presidente dell’Unione, in entrambi i casi Eleonora Proni. «Non è possibile – ricorda il consigliere – che per cinque anni ci si sia dimenticati di un intervento di messa in sicurezza che la Provincia stessa dichiarava di “estrema urgenza”. Il fatto che proprio nel tratto di strada prospiciente quel ponte siano stati installati due autovelox, ufficialmente per aumentare la sicurezza stradale – chiosa – è un chiaro esempio di come per le amministrazioni locali la sicurezza entri in ballo solo nella necessità di riempire le casse ormai vuote e non nella manutenzione delle sedi stradali».

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