Lotte prima degli esami. I professori: "Ragazzi, non abbiate paura della maturità"

Cesena

Il mondo della scuola è in un variegato fermento mentre guarda alla maturità, su cui continuano a profilarsi ipotesi diverse e contrarie soprattutto per quanto riguarda la seconda prova. La bozza di ordinanza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi contenente la proposta di reintrodurre il tema di italiano e lo scritto per la seconda prova nella materia di indirizzo, elaborata dalla commissione interna, ha ricevuto forti critiche. La prima da parte delle associazioni studentesche che giudicano lo scritto un traguardo non in linea con i due anni di didattica a distanza finora vissuti. La seconda, analoga ma dai toni istituzionali seppur non vincolanti, arrivata lunedì dal Consiglio superiore della pubblica istruzione: passi il tema di italiano, ma la seconda prova scritta no.

Qui Imola

È di tutt’altra opinione, invece, il coro dei docenti delle scuole superiori imolesi, convinti che gli studenti sarebbero non solo preparati ad affrontarla, ma anche valorizzati da una seconda prova scritta. «È una paura infondata – commenta Maria Scermino, docente di lettere al liceo delle scienze umane Alessandro da Imola –. Si tratterebbe di una prova elaborata dai loro stessi docenti, non avrebbe senso che fosse insuperabile. La cosa importante è che ora non ci siano ulteriori cambiamenti fino a giugno». Se il copione fosse quello dello scorso anno, in effetti, potrebbero esserci altri colpi di scena: «La tesina del 2021 sembrava dovesse rimanere e ora pare sparita. Rischiamo che la maturità diventi un esame farlocco», aggiunge Scermino. Condivide il parere la professoressa di greco e latino del liceo classico Rambaldi di Imola, Silvia Dal Pozzo: «Sorridevo dietro la mascherina, non ci speravo. È un tentativo di ritorno a una scuola e a un esame seri, che comprendono la complessità di uno scritto altrimenti insostituibile. Senza la prova scritta nelle materie caratterizzanti queste perdono valore e a cascata si rischiano ulteriori conseguenze. Perché fare prove scritte durante l’anno se poi mancano all’esame finale? – riflette Dal Pozzo –. I ragazzi non devono avere paura. L’esame sarà calibrato in base alla loro preparazione poiché elaborato dai loro docenti. Inoltre, una valutazione che si basi su un solo colloquio potrebbe rivelarsi deludente, così invece si rischia meno la caduta del momento». «C’è un impegno costante dei docenti per garantire la migliore preparazione possibile – aggiunge Sonia Manaresi, docente di scienze al Polo Alberghetti –. La paura potrebbe nascere dall’idea che nella prova scritta rientri un argomento non trattato in quinta. In passato è capitato ma con un esame elaborato dalla commissione interna questo timore sparisce».

Qui Rimini

«I miei ragazzi sono rimasti un attimino sconcertati, ma la mia quinta è una classe che ha sempre lavorato, quindi non penso che ci siano problemi – commenta Roberta Piovaccari, insegnante dell’istituto superiore Einaudi-Molari di Rimini –. Penso che dipenda anche dagli insegnanti: è chiaro che c’è la scusante di quello che è successo (i ragazzi sono stati a casa, e a casa si perdono), ma secondo me bisognava procedere lo stesso con il programma. E hanno fatto bene a ripristinare la prima prova. E per la seconda hanno utilizzato semplicemente il metodo di un passaggio tranquillo, nel senso che viene fatta dagli insegnanti interni, quindi quelli proprio specifici della materia, e non viene dal ministero. E’ stata una scelta utile». «Sperando di uscire il prima possibile dalla pandemia, si cerca di tornare a una situazione generale di normalità – osserva Roberto Moroni, vicepreside dell’Einaudi-Molari –. Anche se ai ragazzi, che escono da un periodo lungo e difficile, questo aspetto non è piaciuto tanto, per normalità si intende anche un esame di maturità con due prove scritte e il colloquio orale». Certo, «prevedere due prove scritte in luogo di una, come inizialmente era stato previsto, ha portato degli scompensi, soprattutto nei ragazzi – prosegue –. Però viene anche la riflessione automatica che, per le materie professionali, è lasciata facoltà alla commissione di elaborare la prova». Ed «è chiaro che la commissione dei docenti, che fra l’altro è una commissione con un presidente sì esterno però prevalentemente interna, è conscia di tutto il lavoro che è stato fatto materialmente, in modo da dare dignità all’esame, ma da non appesantire il percorso scolastico degli alunni con una prova estremamente complessa com’era, invece, il caso ordinario che si aveva prima della pandemia, quando la seconda prova scritta arrivava direttamente dal ministero, quindi era uniforme a livello nazionale».

Qui Cesena

Mentre gli studenti scendono in piazza, i docenti, in particolare quelli che faranno parte della commissione interna, si preparano a predisporre la traccia per questa fatidica prova. Ogni sottocommissione infatti preparerà il testo della seconda prova scritta sulla base delle proposte avanzate dal docente titolare della disciplina oggetto della prova. «Io sono favorevole alla reintroduzione delle prove scritte, visto che negli ultimi due anni l’esame di Stato è stato abbastanza una farsa. Erano ribadite cose ed argomenti che i ragazzi sapevano già, davanti ad una commissiona interna ed era fatto tutto per mettere a loro agio gli studenti – dice Maria Cristina Bianchi insegnante d’italiano al liceo scientifico Righi di Cesena –. Lo scritto, in particolare quello d’italiano, come prova alla maturità è del tutto insostituibile. E’ vero che la seconda prova formulata in questo modo, dalle singole commissioni, creerà forti divari tra le scuole e tra le classi stesse. Matematica allo scientifico, preparata dai docenti delle varie classi, con esercizi dati in base al programma che ogni classe avrà fatto durante l’anno, provocherà differenze tra le classi di uno stesso istituto. Ma i ragazzi possono stare tranquilli proprio per questo, perché verranno chieste cose che sono state fatte e non che non hanno affrontato nel programma».

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