Lorenzo Semprini e il suo nuovo disco "44": l'intervista

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È uscito il 13 ottobre scorso “44”, primo album solista del cantautore riminese Lorenzo Semprini, dal 2000 leader dei Miami & the Groovers, con cui ha inciso quattro album, e si è fatto notare anche a livello internazionale. Sono inoltre centinaia i concerti tenuti dalla band in tutto il mondo negli ultimi vent’anni.

Semprini, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, “44” non è la sua età, ma...?

«È un numero che ricorre in molti modi nel disco: la prima volta che ho ascoltato tutti i brani in sequenza duravano complessivamente 44 minuti e 44 secondi, quando ho cominciato a scriverli avevo 44 anni, e nel disco suonano 22 musicisti, la metà di 44. A quel punto mi sono tolto la curiosità di andare a vedere a cosa corrisponde questo numero nella smorfia e nei numeri angelici (rispettivamente la prigione e l’interazione con gli angeli, ndr), e ho scoperto che calzavano col mio stato d’animo. Il disco è uscito il 13/10/21, la cui somma dei numeri è 44».

Per la prima volta è solista, e per la prima volta canta in italiano: è stato difficile?

«È stata una nuova sfida, dopo vent’anni in inglese. Ci pensavo da un po’, ma la svolta decisiva è arrivata quando, durante il primo lockdown, ho scritto “Siamo rimasti noi”, pubblicato per un’iniziativa benefica nel 2020 in una versione diversa da quella che c’è nell’album, insieme a Paolo Fresu. Lì ho capito che certe sonorità funzionavano anche con l’italiano, e ho continuato».

Ha citato Fresu, che nel disco non c’è, ma, come diceva, ce ne sono altri 22.

«Seguendo da tanti anni la filosofia on the road di condividere il più possibile palchi, jam e situazioni, di gente ne ho incontrata tanta: nel disco ce ne sono molti, ma non quanti avrei voluto».

Dei dodici brani dell’album due sembrano più “pesanti”: “Rimini ’85” per i contenuti del testo, e “Gospel rain” per la parte musicale. È d’accordo?

«Sì, sono due cardini del disco. “Rimini ’85” è un omaggio alla città in cui sono nato e cresciuto, che mescola il ricordo del passato con la visione del futuro, che è anche l’idea dell’intero disco. “Gospel rain” è importante perché è un brano di passaggio tra il mio passato artistico e il futuro; mi riporta alle sonorità folk americane che ho sempre suonato e amato. Preferirei però che il disco fosse ascoltato interamente perché, pur non essendo un concept album, racconta un respiro lungo tre anni».

Il tour di presentazione di “44” è cominciato a Milano qualche giorno fa: ci dice qualcosa del concerto?

«Alcune date saranno con una band elettrica, altre con un trio acustico, ma praticamente ogni concerto avrà una formazione diversa. A volte ci saranno alcuni dei musicisti che hanno suonato nell’album, e qualche volta qualcuno dei miei compagni nei Groovers, della cui formazione tre su quattro sono anche nel disco. Ci saranno anche un paio di cover, brani dei Groovers in nuove versioni, e qualche brano di Springsteen riscritto in italiano (Semprini ha condiviso due volte il palco col Boss ad Asbury Park, New Jersey, nel concerto di beneficenza “Light of day”, ndr)».

Tornerà a suonare con i Miami?

«Certo. Abbiamo già alcune canzoni pronte per un nuovo album che uscirà nel 2022».

Le date romagnole del tour sono il 30 ottobre al Mulino di Amleto di Rimini, il 7 novembre alla Sala del Carmine di Massalombarda, il 26 all’Abbey Road di Cervia (solo unplugged), il 4 dicembre al teatro Goldoni di Bagnacavallo e il 10 al Sidro di Savignano.

Info: www.lorenzosemprini.com

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