Longiano, a 72 anni in cammino per 99 ore e quasi 400 km, da Cesena a Roma, per il Giubileo e la Confraternita

A piedi per 99 ore di cammino per raggiungere Roma in 9 giorni. Il 72enne longianese Martino Muccioli, per onorare l’anno del Giubileo e l’appartenenza all’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso di Longiano, ha realizzato in solitaria un’impresa nel segno della fede, coprendo un tragitto di 383 chilometri, con 6.000 metri di dislivello.

Fa parte di una famiglia storica ed è un fedele della parrocchia di Budrio di Longiano, oltre a essere socio dell’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso di Longiano, la congregazione che risale al Seicento e nei secoli ha annoverato tra i propri associati nomi illustri e anche Papa Pio X. Oggi coordina le manifestazioni in onore del Santissimo Crocifisso di Longiano, l’antica icona religiosa che si presenta sotto forma di immagine sacra di scuola giuntesca dipinta su tela e applicata su croce lignea, e ne divulga la conoscenza presso i fedeli di tutt’Italia. Fondata inizialmente come “Compagnia della buona morte” nel 1697, ricevette l’approvazione degli statuti nel 1705.

Per Muccioli, aver effettuato questo particolare pellegrinaggio, e ricevuto anche il “testimonium”, l’attestato ufficiale del Vaticano per il percorso di fede realizzato, documentato con l’applicazione Strava che certifica il tragitto e i tempi di percorrenza, è stato quindi un grande onore. Durante il viaggio si è mantenuto in contatto a distanza con i due figli e la moglie Flavia. E nei nove giorni ha anche effettuato tappe intermedie in monasteri e conventi lungo il tragitto.

«Questo è l’anno del Giubileo e desideravo da tempo effettuare un pellegrinaggio - racconta - Sono partito da Cesena assieme ad un compagno di viaggio, che però ad un certo punto ha deciso di abbandonare. Io ho invece resistito alla fatica e al caldo e sono giunto al termine. Voglio ringraziare anche tutte le forze dell’ordine incontrate lungo il viaggio, che in modo discreto si sono interessate al mio stato di salute e mi hanno sostenuto moralmente in questa impresa, che non sapevo se sarei riuscito a portare a termine. L’ho fatto anche per vivere il territorio e incontrare persone. Sentire i miei figli e mia moglie durante il viaggio mi ha dato una grande forza, utile per non sentire la fatica e giungere a destinazione. All’arrivo a Roma, ho vissuto un’emozione fortissima, che mi ha ripagato di tutto. Sono passato dalla porta santa sia della basilica di San Pietro e sia di quella di Santa Maria Maggiore».

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