Longiano, alla ricerca del luogo esatto in cui sorgeva l’antica chiesa templare “Masona”

Longiano

Alla ricerca del luogo esatto dove sorgeva l’antica Masona. La chiesa adiacente la via Emilia venne abbattuta negli anni Sessanta del secolo scorso. Da Montiano il pittore Pino Casalboni e da Santarcangelo e l’ex barista del bar Pioti Luciano Urbini, 172 anni in due, sono andati alla ricerca del perimetro del manufatto.

L’antica “Masona”

La chiesa templare dei Santi Simone e Giuda di Budrio come ogni struttura templare si trovava sul percorso delle grandi direttrici al tempo delle crociate. Anche la Masona svolgeva funzione assistenziale, prestando alloggio ai pellegrini e ai cavalieri. È ricordata fin dall’anno 1192 nel libro dei Censi della Chiesa romana, sulla via Emilia, tra Longiano e Gambettola. Nel corso dei secoli, dopo che i cavalieri del Tempio caddero in disgrazia con la soppressione dell’Ordine disposta da Papa Clemente V° nel 1312, l’intera “commenda” di 38 ettari che faceva capo alla Masona, passò ai Cavalieri di San Giovanni (oggi Cavalieri di Malta, ndr) che vi restarono fino al 1797, quando il governo della Repubblica Cisalpina soppresse monasteri e ordini religiosi. Alla restaurazione, dopo la caduta di Napoleone, ritornò in capo al Vaticano. Ma la struttura, una vera fortezza, comprendente foresteria e chiesa, era in forte degrado e venne venduta alla famiglia nobile di un ramo dei Ghini di Cesena. In seguito venne venduta ad un contadino locale, che decise di abbatterla per asportarne l’enorme quantità di mattoni con cui era costruita. Sul portale d’ingresso c’era un grande stemma e nel contro ingresso un altro stemma in sasso del Furlo, raffigurante la croce dei Cavalieri di Malta, gli unici pezzi salvati dalla demolizione e oggi conservati nella chiesa di Budrio. Andarono persi gli affreschi, pure degradati, e tutto il resto. Oggi l’area si presenta come un piazzale per autovetture da vendere, pur rimanendo viva nella memoria popolare.

I testimoni oculari

Una curiosità è che si trovava adiacente la via Emilia, in un punto che fino all’anno 1934 era in territorio di Gambettola, poi a seguito di rettifiche generali di confini, è passata nel territorio di Longiano. Visto che in quel punto la via Emilia leggermente curvava l’Anas ha anche raddrizzato la statale. Così oggi è ancora più difficile stabilire l’esatto sedime della Masona. Ma Pino Casalboni noto pittore 92enne, oggi residente a Montiano, nato in un casa colonica a poca distanza dalla Masona, e Luciano Urbini, 79enne oggi residente a Santarcangelo, ma nato in zona e per vari decenni contitolare con il fratello del bar Pioti, da bambini hanno frequentato l’area della Masona. Ancora oggi hanno ben presente dove si trovava. Così una mattina, nei giorni scorsi, si sono dati appuntamento sul posto ed hanno ricostruito l’ubicazione esatta del sedime, contando i passi da alcuni punti cardine, e sfidando il traffico della via Emilia. «È stato un grande peccato – dicono – che nessuno nel 1968 si sia opposto all’abbattimento di quello che oggi sarebbe un edificio monumentale unico in Italia. Si trova a latere della via Emilia, prima del cancello di un rivenditore di auto. Sarebbe bello se il Comune di Longiano, che a suo tempo, non colse l’importanza del sito, oggi volesse scavare per ritrovare le fondamenta e le tombe dei Gran Maestri che all’epoca delle crociate venivano sepolti sotto la chiesa».

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