Longiano, un sabato con il fascino del Medioevo

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La “Storia a corte”, mix tra dissertazioni culturali, spettacoli medievali ed enogastronomia. Sabato sera il centro di Longiano ha ospitato sia le relazioni di ricercatori e accademici, sia le compagnie medievali e le pietanze con vini di rinomate cantine.

Fin dal tardo pomeriggio il borgo storico è stato animato dalle compagnie Mons Jovis di Santarcangelo, San Michele di Gatteo e Compagnia delle Spade di Bologna con i costumi e i banchi di arti e mestieri, oltre a un accampamento nel giardino Bianchi con gare di arco, musica, danze e duelli, mentre un mangiafuoco e un giullare hanno girovagato per le strade. Dopo il corteo in costume da piazza Tre Martiri, con melodia di muse e tamburelli, le compagnie sono giunte in piazza Malatestiana.

Nella corte Carlo Malatesta poi è stata la volta di “Le Cronache e gli Arcani”. Ha introdotto don Filippo Cappelli e poi spazio ai racconti e alle dissertazioni. Andrea Sirotti Gaudenzi ha svelato alcuni falsi storici che fin dal Medioevo furono spacciati per veri. La sua relazione è stata un avvincente viaggio su come la storia dell’uomo può arrivare inesorabilmente a ripetersi, cercando di sconfessare alcuni pregiudizi radicati anche nella letteratura storica. Tra gli argomenti trattati anche il Mazapegul romagnolo, una sorta di folletto mitologico appartenente alla tradizione folclorica dell'Appennino forlivese, con addirittura un atto notarile che parlava del passaggio di un immobile infestato da tale folletto. Interesse ha riscosso anche l’avvocato Daniele Molinari, presidente dell'associazione "Giostra di Cesena Aps" che organizza la giostra medievale. Era un combattimento fra cavalieri che si scontravano in armatura e lancia, cercando di abbattersi. Si teneva ogni anno, oltre ad alcune giostre speciali organizzate per onorare ospiti prestigiosi. Il 9 dicembre 1465 una Bolla papale concesse alla città di Cesena il privilegio della Giostra in perpetuo, che si disputò fino al 1838. Ora è tornata da qualche anno, su progetto di Molinari, che sabato sera ha ricordato l'episodio del 1666, con alcuni cavalieri che presero parte a una giostra medievale a Bologna. Il drappello era formato anche da tal Cighitone da Longiano che si fece onore.

«Il Graal come oggetto mistico - ha esposto infine Paolo Turroni, docente e scrittore cesenate - è stato inventato dal poeta Chrétien de Troyes nel XII secolo; all’inizio era solo un oggetto dotato di poteri soprannaturali, poi lo si è identificato con la coppa dell’ultima cena. Il poeta tedesco Wolfram di Eschenbach lo trasformò in una pietra magica, collegandosi alla cultura islamica; nel XIX secolo Richard Wagner si ispirò a questo poeta per il suo Parsifal. Negli anni Trenta il nazismo cercò davvero il Graal. Forse però il Graal è esistito davvero: nell’ ultima cena Gesù da ebreo osservante avrà usato il tradizionale piatto del Seder, per la cena di Pasqua. Forse un discepolo conservò quel piatto e si sviluppò il mito».

La serata è proseguita tra musiche, canti, balli, duelli in piazza Malatestiana, con i “Locandieri di Longiano”, la Falegnameria cocktail bar, e alcune cantine. L'organizzazione è stata curata dal gruppo “Folletti” nelle persone di Paolo Amaducci, Emanuele Gobbi e degli stessi Flaminio Balestra, don Filippo Cappelli e Paolo Turroni. «L’idea è che sia bello e divertente – affermano – è che ogni anno nel borgo storico di Longiano, la “storia vada a corte”. S'è creata una bella collaborazione anche con i bar e i chioschi del paese».

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