Longiano, fare la birra in parrocchia: il progetto di don Filippo

Una birra parrocchiale per la fratellanza. Nuova idea di don Filippo Cappelli, che guida le parrocchie di Budrio e Badia. Da quando il vulcanico parroco è arrivato nelle frazioni di pianura di Longiano c’è un fervore che ha portato a costituire due gruppi scout, un moto club parrocchiale, le feste per varie ricorrenza che vanno dalla benedizione degli zaini scolastici, al santino per festeggiare San Valentino, dai cinema alla focarina fino alle iniziative di feste all’aperto o nello stand parrocchiale. Ed ora una birra per favorire la fratellanza tra gli uomini.

«La birra viene fatta partendo dal luppolo, lavorata e fatta fermentare con pazienza, attesa, e affetto – riflette don Filippo Cappelli – è un progetto che avevo da un sacco di tempo e che ora la parrocchia prova a realizzare. Perché quel liquido biondo è tuo e di chi, accanto a te, vede le cose allo stesso modo. Realizzarla sarà una gran cosa. Chi volesse partecipare, e magari avesse anche delle competenza, è invitato a partecipare al progetto per realizzare la migliore “birra in parrocchia”».

«L’idea della birra parrocchiale – prosegue il parroco – mi è venuta anche per una questione di impegno pastorale, per tenere vicine tante persone, dove ognuno vive la fratellanza con gli altri. Lavorare assieme anche per produrla, dove ognuno mette il proprio impegno e impara a collaborare assieme, insomma una cosa bella».

«È anche un modo per omaggiare gli uomini – sottolinea il parroco -. Per la festa della mamma prepariamo rose e piante, per la festa di San Giuseppe non sapevo mai cosa offrire agli uomini. Con le donne è tutto più facile: i fiori e piante sono un classico che rende felici. Per gli uomini invece è più difficile. Meglio allora qualcosa da creare e poi bere insieme, una sorta di quattro amici al bar dove ci si confida e ci si apre all’altro. Una birra bella chiusa è un segno distintivo». Poi l’idea farà felice il gruppo motociclistico che fa anche moto pellegrinaggi. «La birra, ovviamente bevuta in modo morigerato – conclude il parroco – si sposa bene con lo spirito dei motociclisti. È qualcosa che funziona benissimo per stare assieme in modo comunitario».

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