L’omaggio in stazione a Ravenna ai 31 ebrei deportati
RAVENNA
Decine di cittadini, studenti e membri delle forze dell’ordine si sono ritrovati in stazione ieri mattina per non dimenticare l’orrore della Shoah, commemorato nella giornata in cui i cancelli di Auschwitz, nel 1945, si aprirono per non chiudersi più, forzati dall’ultima e definitiva avanzata delle divise alleate.
La cerimonia
Il sindaco Michele De Pascale, nell’atrio dello scalo ferroviario di viale Farini, ha reso omaggio al ricordo di tutti coloro che, solo per professare la religione ebrea, passarono da Ravenna sui treni della deportazione, alla volta di quei terribili campi di concentramento dentro ai quali più di sei milioni di persone vennero brutalmente assassinate dal regime nazi-fascista.Nella lapide cerimoniale di fronte a cui si è svolta la solenne celebrazione della memoria sono riportati i nomi dei 31 ebrei che furono rastrellati in varie località della Romagna tra il dicembre del 1943 ed il gennaio del 1944, per essere immediatamente incarcerati a Ravenna. La notte del 24 gennaio 1944 vennero spinti in catene dentro alla stazione e trasferiti nelle celle di San Vittore. Furono poi deportati da Milano ad Auschwitz meno di una settimana dopo. Tornò uno solo tra loro, in fin di vita.
«La stazione – dichiara De Pascale – è un luogo di transito e anche di gioia, di incontro, che invece in quei giorni è stato luogo di deportazione di queste persone, la cui “colpa” era quella di appartenere a un’etnia. Ciò bastava a giustificare la discriminazione – aggiunge – che, ricordiamolo, era ad opera di leggi italiane, leggi fasciste che hanno portato alla più grande tragedia della nostra storia moderna. La storia – riassume – la fa ognuno di noi tutti i giorni, scegliendo se aprire o chiudere una porta, se dire una parola d’odio o di amore, rispettando il prossimo o odiandolo: rendiamoci protagonisti positivi aprendo la porta all’altro».