Lo studio sui farmaci agnostici contro i tumori

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Si chiamano farmaci agnostici e sono una delle nuove generazioni di farmaci per la lotta ai tumori. Il loro obiettivo è colpire in modo selettivo alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla neoplasia. Uno dei cuori dell’evoluzione della lotta al cancro è la Clinica oncologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Ancona, una delle sei strutture italiane che ospiterà uno studio di fase I per dare una nuova terapia salvavita a pazienti che, altrimenti, non avrebbero alternative terapeutiche. «Gli studi di fase I sono complessi perché spesso prevedono l’utilizzo di nuovi farmaci per la prima volta nell’uomo – spiega Rossana Berardi, ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e direttrice della Clinica Oncologica, degli Ospedali Riuniti di Ancona - Sono volti ad identificare la dose più appropriata delle terapie innovative ed analisi farmacocinetiche complesse e consentono, per la loro natura, di offrire ai pazienti, specie pre-trattati, nuove opportunità terapeutiche. Lo studio andrà ad utilizzare, per la prima volta nell’uomo, il Pbi-200, un nuovo farmaco intelligente che colpisce il bersaglio Ntrk». Il ritrovato in corso di sperimentazione, prosegue Berardi, «potrà essere utilizzato nei pazienti oncologici con tumori solidi in stadio avanzato o metastatico che presentano, appunto, il bersaglio» su cui viene puntato, «ovvero l’amplificazione di Ntrk».

Dal 2019, agli Ospedali Riuniti di Ancona, è istituito un tavolo aziendale per gli studi di fase I, coordinato dalla professoressa Berardi, cui afferiscono varie strutture (Clinica Oncologica, Clinica Ematologica, Medicina d’Urgenza, Medicina di Laboratorio e Farmacia), che hanno ottenuto l’accreditamento ministeriale da Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) per la conduzione degli studi clinici precoci di fase I. L’attività nell’ospedale marchigiano sulle nuove frontiere anti-tumore non si ferma. Un percorso ormai nella pratica clinica è quello delle Cart-T. «La Clinica di Ematologia di Ancona è coinvolta in numerose attività e progetti di eccellenza sia in ambito assistenziale che nella ricerca clinica e di base – afferma Attilio Olivieri, ordinario di Ematologia dell’Università Politecnica delle Marche e direttore della Clinica ematologica degli Ospedali Riuniti di Ancona – Tra questi spiccano la terapia con effettori immunologici geneticamente modificati (Car-T) ed altre forme di immunoterapia avanzata nei disordini linfoproliferativi, così come la sperimentazione di nuovi farmaci target nell’ambito dei disordini mieloproliferativi. La clinica è un centro di riferimento internazionale per lo studio della principale complicanza del trapianto di Cellule Staminali (la Gvhd) ed attualmente coordina oltre 100 sperimentazioni cliniche di cui 50 interventistiche (in corso di attivazione anche studi di fase 1 come l’uso di Car-T nel Mieloma)».

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