"Lo sport di domani": una rivoluzione culturale non è più rimandabile

Archivio

La voce del basket di Sky Flavio Tranquillo si butta nell'avventura di un saggio impegnativo su un tema quanto mai attuale: come riformare in modo serio lo sport professionistico e lo sport dilettantistico. La parola sport è stata trascurata per decenni da chi ci ha governato, buon ultimo il Piano per il rilancio Italia 2020-2022 elaborato dagli "esperti" di Vittorio Colao. Lo sport in Italia vale l'1.7% del pil, ma evidentemente non si tratta di una priorità, visto che la parola sport non è mai citata in 174 pagine del Piano Colao.

Nel libro "Lo sport di domani" (160 pagine, 14 euro), Tranquillo si lancia in una analisi a tutto tondo del panorama sportivo italiano, invocando un intervento dello Stato per regolare il mondo dilettantistico e l'attività di base. A cosa ci riferiamo quando parliamo di sport? E come ne parliamo? Quando diciamo "educazione fisica", per esempio, intendiamo le due ore settimanali con cui la scuola si lava la coscienza oppure la formazione di un cittadino che impara il rispetto dell'avversario? Lo sport è cultura ma per affermare questo principio nella realtà servono un patto morale collettivo e un piano strategico di business. Sì, business, perché di questa parola non si può avere la paura ipocrita dietro la quale lo sport si nasconde per non fare il proprio dovere. L'attualità ci costringe a sciogliere le ambiguità, dando spazio a competenze e passione, in quest'ordine.

Il libro è una lucida analisi degli ostacoli di oggi, e una proposta per un domani in cui fare sport diventi, senza alcuna distinzione, un diritto garantito per tutti. Parlando di temi come professionismo, dilettanti, cartellini, contratti, Flavio Tranquillo delinea un possibile scenario in cui siano ben chiari i ruoli di Stato, privati, atleti, federazioni e leghe, senza confusione o ambiguità di potere. Ripensare il mondo dello sport è possibile, basta volerlo, e se per troppo tempo gli interessi sono stati altri, adesso è arrivato il momento di cambiare. «Lo sport, come la politica, deve tornare ad avere dignità. Bastano le regole, come l'articolo 3 della Costituzione: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana". Questo deve fare lo sport: abbattere ostacoli e costruire cultura.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui