Linus: "Baby gang a Riccione? Azzerate da luglio"

Riccione

Nato a Foligno, Linus notissimo conduttore radiofonico è ormai riccionese acquisito. Se l’esperienza lavorativa con Radio Deejay lo tiene diversi mesi all’anno a Milano, dal 1987 l’estate è tutta in Riviera. A Riccione. Per 13 stagioni dall’Aquafan. Dal 2000 dividendosi anche con la programmazione dei concerti e degli eventi di Piazzale Roma. Chi dunque meglio de conduttore radiofonico, direttore artistico di Radio Deejay e dal 2020 anche direttore editoriale del Gruppo Gedi per fare le carte alla stagione 2022?

Linus, che estate è stata quella che va chiudendosi?

«Da riccionese, una splendida estate. Tanta gente, tanto entusiasmo, tanta voglia di dimenticare gli ultimi due anni complicati. Come Radio Deejay altrettanto bene, la piazza era sempre piena, di giorno e di notte. Con la musica e con lo sport. Nessun problema di ordine pubblico, niente di niente. E il nostro concorso ha promosso un giovane alla nuova stagione di Amici, un riccionese peraltro. Meglio di così…».

Dopo due anni di limitazioni è tornata la musica dal vivo e la risposta è stata importantissima: impressioni ed emozioni?

«Direi che è stata un’estate liberatoria. Negli ultimi anni abbiamo dovuto fare i conti prima con le misure restrittive legate al terrorismo e poi con le limitazioni per il Covid. Onestamente in pochi hanno capito che sforzo gigantesco è stato per noi, per l’amministrazione e per le forze dell’ordine. In ogni caso, tornare a vedere la piazza strapiena è stata una grande soddisfazione».

Lei frequenta la Riviera da decenni, come è cambiata?

«Non è la Riviera che è cambiata, è cambiato il mondo. Ogni tanto sento e leggo certe visioni nostalgiche veramente ridicole, mi chiedo se chi le evoca stia prendendo in giro se stesso o gli altri. Gli anni Ottanta erano quarant’anni fa, girate un po’ di più e informatevi… La verità è che Riccione, in questo momento, si muove in un sottilissimo equilibrio tra molte anime, quella più familiare (che porta gente, soldi e pochi problemi) e quella più giovane, che è più delicata e complicata da gestire. Però è anche quella che fa parlare, che alimenta la leggenda, che tiene la città nel presente».

E come sono cambiati il divertimento e il mondo della notte?

«A livello internazionale il mondo della notte ha subito un’accelerazione impressionante, le discoteche sono delle vere e proprie industrie dello spettacolo. Da noi siamo andati indietro, purtroppo. Girano pochi soldi e di conseguenza c’è meno professionalità. Con pochissime eccezioni, che infatti rimangono dei punti di riferimento»

Come possono Rimini e Riccione recuperare la centralità in questo mondo della notte?

«Nel dibattito locale si tende sempre a scaricare le responsabilità di queste scelte sulle amministrazioni, ma voglio ricordare che la leggenda della Riviera, delle sue discoteche, di Viale Ceccarini, l’hanno creata una serie di imprenditori coraggiosi, innovativi e illuminati. Finita, ahimè, la loro epoca (purtroppo da parecchio) non sono ancora nati i loro eredi. O magari sì, però sarebbe ora che vengano allo scoperto».

Con i cambiamenti climatici si è allungata anche l’estate e si parla sempre più di mare d’inverno e destagionalizzazione: il suo pensiero?

«C’è una teoria che mi piace ed è quella dei “marginal gains”, i guadagni marginali. Si applica nello sport ma funziona anche nell’economia: invece che inseguire la chimera di un periodo breve ma fortunatissimo, bisognerebbe non trascurare tutto il resto dell’anno. Certo bisogna dare alla gente un motivo per venire qui, e questo sì invece che è compito dell’amministrazione».

Negli ultimi anni è cresciuto un po’ ovunque il fenomeno baby gang, ma la Riviera romagnola, in particolare Riccione, è finita al centro del mirino con dichiarazioni forti di volti noti: ha percepito un senso di insicurezza? E cosa pensa di questa discussione?

«Quelle dichiarazioni sono state solo stupidaggini superficiali, alcune figlie del sentito dire, altre inventate per elemosinare visibilità. Nell’estate del 2021 c’è stato un problema serio con questi ragazzi, ma era una cosa nuova, che ha colto tutti di sorpresa. Questa estate era partita sotto i peggiori auspici, ma per fortuna le misure che sono scattate dai primi di luglio hanno praticamente azzerato questo pellegrinaggio violento. Ovviamente rimane impossibile non avere qualche episodio sporadico, ma sono cose fisiologiche in un periodo di così grande affollamento».

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