Lino, alle adunate dal 1965 lancia l’Osteria della vecchia

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È uno che le Adunate non le ha mai saltate. Dalla prima a cui partecipò «era quella di Trieste e la ricordo ancora come fosse ieri, eppure era il 1965» fino all’ultima, per ora, questa di Rimini. Lino Chies, 78enne di Conegliano (Treviso), il suo cappello con la penna nera non lo ha mai lasciato chiuso in casa, ma lo ha sempre indossato, con la tipica fierezza dell’alpino, a tutte le sfilate organizzate in giro per l’Italia. «Solo le restrizioni Covid, che in questi ultimi due anni hanno bloccato ogni manifestazione, compresa la nostra, sono riuscite a fermarmi. Proprio per questo l’Adunata di Rimini assume un’importanza particolare, quella della rinascita». Geometra in pensione, Chies racchiude in sé le caratteristiche salienti dell’alpino: simpatia, vitalità, disponibilità. È tra gli organizzatori del “Premio fedeltà alla montagna” (10 mila euro), che quest’anno andrà a Silvio Pella del gruppo di Macugnaga (Verbania), sezione Alpini di Domodossola, distintosi particolarmente per la cura del suo territorio montano. Va detto che il premio è quello del 2020, mai consegnato causa pandemia: la cerimonia è prevista per il 16-17 di luglio a Macugnaga. «Un’iniziativa – spiega Chies – molto apprezzata, che va avanti dal 1981, anno dell’istituzione del Premio, che fu consegnato all’associazione Allevatori di Pieve di Livinallongo (Belluno), e che si è protratta, ininterrottamente, fino al 2019, quando venne premiato Fortunato Flaviani di Ovindoli (L’Aquila). Poi è arrivato il Covid, e si è fermato tutto». Organizzatore di importanti riconoscimenti, Chies è anche promotore di simpatiche iniziative, come la “Farmacia dell’alpino”, trasformatasi nel tempo e ribattezzata alla fine “Osteria della vecchia”. «Abbiamo notato che grappa e prosecco curavano meglio delle medicine – commenta ironicamente Chies -, così abbiamo chiuso la farmacia e aperto l’osteria. Pensate che durante l’ultima Adunata, quella di Milano, avevamo allestito la nostra bella “Osteria della vecchia” proprio dietro al Duomo, in piazza Beccaria. Non immaginate quanti sono venuti a “curarsi”…». E saranno tanti anche a Rimini. «A Rimini siamo nel cortile dell’hotel Napoleon, davanti alla stazione – avverte concludendo il veterano delle Adunate -. E in questo caso pronti a sfoderare, oltre a grappa e prosecco, anche la famosa spada, una sorta di spiedo, lungo 90 centimetri, carico di succulenta carne alla brace. Chissà in quanti verranno, stavolta».

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