Linda Gennari, una Dea al Teatro alla Scala di Milano

RIMINI. L’attrice riminese Linda Gennari avrà l’onore di aprire le danze alla grande “Prima diffusa” del Teatro alla Scala di Milano che verrà presentata in mondovisione nella serata di lunedì 7 dicembre dalle ore 17 su Raiuno. Un’inaugurazione diversa, realizzata a porte chiuse, che dietro al titolo “A riveder le stelle” vuole lanciare un messaggio di speranza e di resistenza, quella dell’arte declinata in tutte le sue forme. Dietro la regia di Davide Livermore e la direzione d’orchestra di Riccardo Chailly, sul palco della Scala si succederanno tanti protagonisti della lirica (tra cui Plácido Domingo), della prosa e della danza (capitanata da Roberto Bolle), con la costante presenza della musica.
La platea non potrà accogliere il pubblico e così ospiterà l’orchestra, chiamata a esibirsi su un’inedita piattaforma realizzata ad hoc sopra le sedute per far vivere il teatro in maniera diversa, mentre i coristi troveranno posto sui palchi, andando a sfruttare a pieno ogni spazio della sala. Il Teatro alla Scala si trasformerà con ventisette set diversi come in un caleidoscopioricco di emozioni. «Per me sarà un onore aprire la serata nelle vesti della Dea della Musica, una musa che scende dal cielo e invita gli spettatori a entrare in questa dimensione», racconta Gennari.
Cosa rappresenta per gli artisti questa serata?
«In un periodo difficile come questo credo sia un messaggio importante e che mi commuove molto. Penso sia un bellissimo segno per fare sentire che comunque ci siamo, resistiamo e militiamo perché l’arte in tutte le sue forme è necessaria. Vivo la serata come una festa delle arti nelle varie declinazioni e con differenti linguaggi».
Questi momenti hanno permesso agli attori di fare il punto della situazione sulla propria professione?
«Sì, a partire da una riflessione comune sono nate molte associazioni di categoria nel mondo della prosa per assumere consapevolezza dei propri diritti e di reclamarli, anche laddove si presentano sistemi datati nella regolamentazione del lavoro».
Oltre a questa partecipazione, l’abbiamo vista apparire nella fiction di Rai2 “Mare fuori” con Carolina Crescentini. Sta lavorando anche ad altro in questo periodo?
«Mi reputo fortunata perché nonostante le restrizioni non mi sono mai fermata e sono rimasta un po’ come in una bolla. Ho appena finito di realizzare lo spettacolo “Grounded” al Teatro Nazionale di Genova diretta sempre da Davide Livermore, che ho avuto il piacere di conoscere lo scorso anno durante la messinscena di Elena al Teatro Greco di Siracusa. In quella occasione mi chiese se avevo un monologo e da lì mi sono messa alla ricerca trovando questa storia bellissima scritta da George Brant nella traduzione di Monica Capuani, una drammaturgia dal ritmo serrato. Per ora abbiamo potuto solo lavorare in sicurezza a porte chiuse e non appena possibile lo presenteremo al pubblico».
Di cosa parla?
«“Grounded” pone al centro della scena una pilota dell’aviazione degli Stati Uniti: la protagonista della storia è una davvero “tosta”. Ma una sera un uomo entra nella sua vita e da quella unione lei rimane incinta. Dovrà smettere di volare, di stare in quell’azzurro cielo che adora. È richiamata a quella che definisce “poltronautica”: in poltrona, a terra, “grounded” appunto. Diventa pilota di drone. Sarà così che, in una base nascosta nel deserto americano, scoprirà un’altra guerra, un altro modo di volare e distruggere, di controllare e punire. Il drone è la guerra contemporanea. Tutto è caratterizzato un impianto scenico che coinvolge straordinariamente ogni singolo spettatore: una esperienza immersiva, che vola dal cielo ai meandri più dolorosi dell’animo umano».
Da anni vive a Roma ma ogni tanto torna a Rimini?
«Sì quando posso ci vengo sempre volentieri per tornare dalla mia famiglia. Negli ultimi anni ho visto fiorire la mia città con la nascita di tanti spazi culturali e si è assistito a una piccola rivoluzione in cui credo si sia inserito anche il festival a cui ho dato vita insieme a Tamara Balducci, “Le città visibili”, e che mi auguro continui a crescere e andare avanti negli anni».

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